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IL RIPRISTINO DELLA VERA ADORAZIONE: COME? DA CHI? (1 parte)


Israeli Bar Avaddhon

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La donna gli disse: “So che viene il Messia, che è chiamato Cristo. Quando questi sarà arrivato, ci dichiarerà ogni cosa apertamente” - Giovanni 4:25

Un traguardo molto importante che questo blog crede di aver raggiunto durante lo studio approfondito delle profezie è stato quello di comprendere il ruolo centrale di Israele nel proposito di Dio.
Ciò non sarebbe stato affatto considerato un “traguardo” per tutto il periodo del regno di Israele e fino alla nascita dei primi cristiani perché sarebbe stata una constatazione assolutamente ovvia.
Il Creatore dell’universo aveva scelto Gerusalemme per far dimorare il Suo Nome e questo lo sapevano bene gli israeliti - 2 Re 21:7
Gli israeliti sapevano molto bene che qualunque cosa fosse successa nell’arco degli anni o dei secoli, Geova non avrebbe mai abbandonato quella nazione – 1 Re 8:30, 34
Di questo dovettero farsene una ragione anche molti popoli nemici – Numeri 22:11, 12
Quasi subito, però, il popolo che dimorava nella terra scelta da Dio si dimostrò infedele al punto da spingere il Signore stesso a dire “la vostra casa sarà abbandonata!” (o, “è abbandonata a voi”) - Luca 13:35 (Tilc).
Questo significò l’abbandono definitivo anche della nazione geografica in quanto tale?
Dal momento che gli eserciti romani distrussero Gerusalemme, per qualcuno sarà stato naturale pensare che tutte le profezie a venire riguardanti Israele dovessero avere adempimenti esclusivamente simbolici e che Israele stessa fosse simbolica.
Gerusalemme (e di conseguenza la nazione) venne cancellata dalla storia per quasi duemila anni per cui molti giunsero a questa conclusione.
L’apostolo Paolo, inoltre, con un ragionamento profondo e lineare spiegò che non c’era più “né giudeo né greco” e che non tutto Israele era effettivamente Israele – Galati 3:28, 29
Nonostante questo non c’era motivo di pensare che la profezia fosse venuta meno appunto perché Geova aveva scelto un Israele formato da tutte le nazioni.
Nel nostro percorso di studio abbiamo visto, però, che Israele non ha mai smesso d’avere la sua importanza ed infatti essa è menzionata anche nell’ultimo libro della Bibbia, ovvero Rivelazione – Rivelazione 11:8
Rivelazione non solo menziona profezie a venire ma fu scritto circa trent’anni dopo la distruzione di Gerusalemme… e questo dovrebbe sembrare strano per coloro che sostengono questa “sostituzione”.
Qualcuno forse preferirà pensare che la menzione di Israele anche nell’ultimo libro della Bibbia, che parla di profezie a venire, non debba e non possa riferirsi alla letterale nazione di Israele... ma potrebbe dimostrarlo davvero con le Scritture?
Intanto prendiamo atto che gli apostoli fino alla fine del ministero terreno del Signore avessero lo stesso intendimento e cioè che il Regno di Israele dovesse essere ripristinato e non abbandonato - – confronta Atti 1:6, 7
Il Signore, infatti, li riprese in merito ai tempi di adempimento, non in merito al soggetto.
Il Signore disse forse “Allora non avete capito nulla di quello che vi ho insegnato” oppure disse semplicemente “Non sta a voi conoscere i tempi o i periodi che il Padre ha posto sotto la propria autorità”?
Dovremmo riflettere su questo perché in altre occasioni, quando gli apostoli dimostrarono di non aver capito una questione, Egli li corresse amorevolmente – confronta Matteo 18:21, 22; Giovanni 9:1-3
Anche Daniele, altro libro che fa riferimento al tempo della fine, menziona sia la nazione di Israele che i suoi abitanti – confronta Daniele 11:30; 11:45
A questo punto abbiamo un evidente problema con questa “teologia della sostituzione” qualunque evoluzione abbia subito nel corso dei secoli e in qualunque forma sia stata presentata per renderla “più accettabile” perché qui dobbiamo solo stabilire se la Bibbia mente o se Dio ha cambiato idea – Isaia 40:8; Romani 11:29
Forse Dio “cambia idea” come potrebbero fare gli esseri umani? - Malachia 3:6, 7
Forse Dio può mentire? - Tito 1:2
Nella promessa che Dio fece ad Abraamo e successivamente al popolo di Israele, non c’era alcun limite di tempo – confronta Deuteronomio 30:1-6
Esattamente come dice Deuteronomio, qualsiasi eventuale maledizione (dovuta al fatto dell’aver trasgredito i Suoi comandi) sarebbe stata revocata e dimenticata nel momento in cui essi fossero “tornati con tutto il cuore”.
Riflettiamo anche sulla scrittura di Geremia 31:35-37 possibilmente senza alcun pregiudizio.
“Così parla il SIGNORE, che ha dato il sole come luce del giorno e le leggi alla luna e alle stelle perché siano luce alla notte; che solleva il mare in modo che ne mugghiano le onde; colui che ha nome: il SIGNORE degli eserciti. «Se quelle leggi verranno a mancare davanti a me», dice il SIGNORE,
«allora anche la discendenza d'Israele cesserà di essere per sempre una nazione in mia presenza».
Così parla il SIGNORE: «Se i cieli di sopra possono essere misurati e le fondamenta della terra di sotto, scandagliate, allora anch'io rigetterò tutta la discendenza d'Israele per tutto quello che essi hanno fatto», dice il SIGNORE – Nuova Riveduta
Non è evidente il chiaro linguaggio iperbolico dell’Iddio Onnipotente?
Egli non sta dicendo che un giorno non ci sarebbero più stati il sole o la luna perché questi statuti sarebbero duranti per sempre – Salmo 148:3-6
E ovviamente non sta neppure dicendo che un giorno qualcuno avrebbe misurato i cieli o scandagliato la terra: questi esempi sono delle iperboli che servono proprio per indicare che Dio non potrà mai venire meno alle Sue promesse.
Per chi ha compreso il soggetto principale su cui verte quasi tutta l’Apocalisse, è evidente che Geova presti ancora molta attenzione a questa nazione.
In un articolo precedente abbiamo anche compreso che il ripopolamento di Israele, una volta liberato da “colei che vi siede sopra”, sarà letterale e questo sarà uno dei modi meravigliosi in cui Geova si esalterà in mezzo alle nazioni – Isaia 60:8-10
Non dovrebbe essere sufficiente, questo, per dimostrare che Israele aveva, ha ed avrà molta importanza nel proposito di Dio?
Coloro che ritengono la Bibbia la parola di Dio e non un libro come gli altri dovrebbero riconoscere che Essa non può mentire e che non si contraddice.
Se ne siamo davvero convinti, allora dovremmo avere l’onestà di rivalutare tutte quelle Scritture che, fino a ieri, abbiamo considerato “simboliche”.
Per prima cosa dobbiamo prendere atto del fatto che il vero popolo di Dio, e di conseguenza la pura adorazione, sarebbe stata soffocata dai lupi rapaci – Atti 20:29, 30
Questo fu esattamente quello che insegnò il Signore nella parabola del buon seminatore – Matteo 13:24-30
Gesù insegnò la Verità e i suoi discepoli non erano divisi in mille chiese o dottrine discordanti: egli fu davvero il buon seminatore e la Verità, per loro, era chiara.
Essi pensavano tutti conformemente.
Comunque “qualcuno”, un nemico, seminò la zizzania e questa sarebbe cresciuta insieme al grano fino al tempo della fine.
Il grano, dunque, sarebbe stato soffocato dalla zizzania al punto che sarebbe stato difficile per un essere umano, se non impossibile, distinguere l’uno dall’altro.
La pura adorazione sarebbe stata soffocata da questi falsi cristiani e resa irriconoscibile.
Tra l’altro il Signore parla di grano e zizzania senza alcun riferimento all’organizzazione di appartenenza ed è normale che fosse così, dal momento che questa zizzania sarebbe cresciuta insieme al grano e non in un campo affianco.
Ciò significa che dalla fine del primo secolo in poi ci sarebbero state sempre delle persone sincere (il grano) ma nessuna di queste sarebbe davvero riuscita a dividersi dai finti cristiani e questo vale anche per quella parte ebraica originale.
Questo fu anche ciò che dedusse l’apostolo Giovanni quando scrisse “Fanciullini, è l’ultima ora, e, come avete udito che viene l’anticristo, così ora sono sorti molti anticristi; da cui acquistiamo la conoscenza che è l’ultima ora” - 1 Giovanni 2:18
Era “l’ultima ora” di cosa e per chi?
Era l’ultima ora per la pura adorazione, la quale stava per essere rapidamente “inghiottita” da tutti quei lupi rapaci che si sarebbero spacciati per servitori di Dio e che si erano già infilati, da tempo, all’interno delle congregazioni – 2 Tessalonicesi 2:7
Non è necessario, infatti, diventare degli storici per vedere come questi “nuovi cristiani” rinnegarono punto per punto, e alla velocità della luce, tutti i più basilari insegnamenti del cristianesimo.
Il cosiddetto “cristianesimo” (che cristianesimo non era più) si distaccò dalla sua radice originale, ovvero la radice ebraica – Romani 11:17, 18
L’apostolo Paolo, con un ragionamento chiaro e lineare, aveva paragonato i credenti gentili a “rami innestati” e disse che non era il ramo a portare la radice ma proprio il contrario.
Il cristianesimo aveva quindi origine ebraiche e solo rimanendo attaccato alla propria radice i gentili avrebbero potuto rimanere vivi e portare frutto.
Solo riconoscendo la loro radice ebraica i cristiani sarebbero stati veri cristiani.
A loro volta gli ebrei che avevano riconosciuto il Messia (ovvero i primi cristiani, quelli veri) se avessero voluto rimanere “vivi” e portare frutto si sarebbero dovuti attenere fermamente agli insegnamenti del Maestro – Giovanni 15:1-6
Purtroppo anche loro furono soffocati dai lupi rapaci che adulterarono il puro insegnamento di Cristo.
Tuttavia è evidente che se la pura adorazione sarebbe stata soffocata durante tutto il periodo dell’apostasia predetta, sarebbe anche arrivato il momento in cui essa sarebbe stata ripristinata.
Insomma sarebbe arrivato il momento in cui si sarebbe vista “di nuovo la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve” - Malachia 3:18
Ora la domanda è… “Da chi sarebbe ripartita la vera adorazione?”
 

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 E' importante comprendere da chi ha origine la salvezza per comprendere da chi e da dove ripartirà la Vera adorazione?


Avendo compreso il luogo in cui i due testimoni vengono lasciati insepolti, possiamo comprendere anche da dove ripartirà la vera adorazione.
Da articoli precedenti abbiamo visto che la quinta tromba che colpisce “coloro che non hanno il suggello di Dio sulla fronte” è rivolta contro Israele (Rivelazione 9:4) e questo apre una maggiore comprensione in merito alle trombe e in merito ai suggellati.
In Rivelazione 7:3 l’angelo avverte dicendo di “non danneggiare la terra né il mare né gli alberi, finché non avessero suggellato gli schiavi dei Dio sulle loro fronti” e questo la dice lunga non solo sulla nazione di destinazione a cui sono rivolte la maggiorparte delle trombe ma anche sulla provenienza di questi 144.000.
Sappiamo che a motivo del fatto che le tribù menzionate in Rivelazione non corrispondono perfettamente alle 12 tribù di Israele, essi potrebbero anche non essere esclusivamente israeliti naturali ma questo, ovviamente, non significa che la stragrande maggioranza d’essi non lo saranno – confronta Isaia 66:19-21
Anzi dalla descrizione fatta sembra proprio così.
I 144.000 sembrano quindi essere in gran parte israeliti naturali – confronta Daniele 12:1
Se Israele fosse stato rigettato come insegna la maggior parte della cristianità, perché dunque dei 144.000 viene specificato che vengono presi dalle tribù di Israele?
Ma coloro che sono stati indotti a credere alla teologia della sostituzione leggeranno “la mia chiesa”, “la mia organizzazione” o “i cristiani delle nazioni” ogni volta che leggeranno “Israele” o “tribù di Israele”.
Invece vedremo che questi sono soltanto condizionamenti dovuti alla propria educazione religiosa, non all’insegnamento biblico.
Paolo dice che “i doni e la chiamata di Dio non sono cose su cui egli cambia idea” (Romani 11:29) ma nello stesso tempo non dobbiamo pensare che questa parte di Israele sarà scelta a prescindere dal loro comportamento e dalla loro condizione di cuore.
Geova non è mai sceso a compromessi riguardo la Sue giuste norme – Deuteronomio 32:4
Essi saranno quella parte di Israele sana che “soffre e geme per le cose detestabili” che si compiono dentro il paese - Ezechiele 9:4
Anche al tempo di Ezechiele poteva sembrare che “non ci fosse nessuno fedele” ma Geova fece capire al profeta che non era così. Cerchiamo dunque di non fare lo stesso errore.
Arriviamo dunque a comprendere il motivo dell’articolo precedente.
Di che “religione” saranno questi israeliti che soffrono e gemono e che Geova sceglie per la loro condizione di cuore?
Essi, per essere scelti, sono indubbiamente parte del popolo di Dio ma possono essere riconosciuti come appartenenti all’organizzazione dei Testimoni di Geova, degli evangelici, dei cattolici o di qualche altra religione?
Ovviamente no perché tutte queste religioni, a prescindere dalla buona fede dei suoi membri e da alcuni insegnamenti corretti che possono aver predicato, hanno dimenticato la loro origine ebraica.
Tutte queste religioni sono autoreferenziali, anche se si faranno mille giri di parole per cercare di dimostrare il contrario.
Cerchiamo di comprendere di “quale religione sono” attraverso un obiettivo esame di quello che la Bibbia dice di loro.
Rivelazione 14:4, 5 ci dice: “Questi son quelli che non si contaminarono con donne; infatti, sono vergini. Questi son quelli che continuano a seguire l’Agnello dovunque vada. Questi furono comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello, e nella loro bocca non fu trovata falsità; sono senza macchia”.
Da questi versetti possiamo intanto fare un sospiro di sollievo e cancellare ogni dubbio di parzialità da parte del nostro amorevole e imparziale Padre.
Essi non vengono scelti esclusivamente perché israeliti ma perché “nella loro bocca non fu trovata falsità; sono senza macchia”.
É la loro condizione di cuore e condotta ad averli fatti scegliere come primizie. Dice la scrittura che “sono senza macchia”.
Dice inoltre che sono “vergini”.
Questo cosa significa?
È forse un riferimento alla castità fisica, come se facessero parte di un ordine monastico?
Questo è molto improbabile perché se fossero sposati, pur non rimanendo letteralmente vergini, non sarebbero comunque considerati “contaminati” - Ebrei 13:4
Inoltre il celibato non fu mai un’esigenza per il popolo di Dio, pur mettendo in risalto gli evidenti vantaggi di tale condizione – 1 Corinti 7:37, 38
Dovremmo sapere cosa significhi rimanere vergini da un punto di vista spirituale ma andiamo a vedere l’uso che ne fa un altro libro profetico.
Parlando dell’ultimo re dominante Daniele dice che “non prenderà in considerazione il desiderio delle donne e ogni altro dio, ma si magnificherà su chiunque” - Daniele 11:37
Il desiderio delle donne viene associato ad “ogni altro dio” e quindi è un riferimento evidente alle organizzazioni religiose.
La stessa pura organizzazione di Geova è paragonata ad una donna, come abbiamo visto, tuttavia nel periodo in cui essi vengono suggellati, il ripristino della vera adorazione non è ancora avvenuto.
Essi vengono suggellati prima dello squillo della prima tromba mentre la vera adorazione è completamente ripristinata soltanto allo squillo della settima – Rivelazione 7:4-8; 11:15; 12:1, 2
Questo significa che se essi avessero fatto parte di qualsiasi altra “donna”, ovvero religione, prima del ripristino della vera adorazione, non sarebbero stati considerati vergini o senza macchia.
Ovviamente non dobbiamo concludere che essi siano atei o agnostici.
Per essere considerati degni devono credere in Geova, il Dio della Bibbia.
Devono credere e aver compreso aspetti fondamentali in merito al Figlio quale mezzo impiegato da Dio nonché esercitare fede nel suo sacrificio – Giovanni 3:36; Rivelazione 12:11
E, come già detto, devono avere una condotta esemplare – Salmo 110:3
Dobbiamo concludere che essi saranno ebrei e anche messianici ma in quanto al far parte di una organizzazione religiosa essi non si sono contaminati e questo significa che, o non sono riconducibili a nessuna organizzazione religiosa al momento esistente oppure che vivano talmente ai margini delle stesse da essere rimasti incontaminati.
In linea di principio, se anche in una delle sette congregazioni c’erano quelli che “non avevano contaminato le loro vesti”, così può essere per questi 144.000 che, come abbiamo detto, devono essere in maggioranza israeliti naturali – Rivelazione 3:4
Questo gruppo di persone sono a tutti gli effetti una primizia e qualcosa di separato; preparato apposta per il ripristino della vera adorazione.
Avendo dato impulso alla vera adorazione essi hanno ruolo di sacerdoti.
Comprendere il ruolo di Israele anche per quanto riguarda il ripristino della vera adorazione ci permette di comprendere molte altre scritture e di ampliare il nostro quadro d’insieme del meraviglioso proposito di Dio.
Possiamo comprendere meglio cosa intendesse Paolo quando parlò del ramo d’olivo originale e del ramo innestato – Romani 11:13-24
Possiamo comprendere meglio molte espressioni riportate in Isaia dove si parla del rimanente di Israele e delle persone delle nazioni che diventano una sola nazione.
Geova terrà fede alla sua promessa di salvare un rimanente di Israele prima di Armaghedon e nel frattempo radunerà il Suo popolo dalle quattro estremità della terra, il quale sarà composto sia da Israeliti naturali che da Israeliti per adozione (persone secondo il cuore di Dio).
Tramite il seme di Abraamo, come abbiamo visto all’inizio, tutta l’umanità sarà benedetta perché Dio non viene meno alle sue promesse.
Tutti quelli che varcheranno i confini della Terra Promessa saranno israeliti nonché l’unico popolo di Geova: un solo gregge, un solo pastore.
Qualche lettore probabilmente si sarà chiesto com’è possibile conciliare tutto questo con la scrittura di Luca 13:35 che abbiamo menzionato all’inizio nonché Giovanni 4:21-23.
Esaminiamo attentamente quello che c’è scritto senza far parlare “la nostra religione”.
Luca 13:34, 35 dice… “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta”.
Cosa sta dicendo il Signore?
Egli sta dicendo che a motivo del comportamento della maggior parte degli abitanti di Gerusalemme la loro casa sarebbe stata lasciata deserta o sarebbe stata abbandonata a loro.
Ciò significava che Dio avrebbe ritirato la Sua protezione e che essi avrebbero subito le conseguenze del loro grave peccato – confronta Luca 21:22
Quindi Gesù disse chiaramente che sarebbe stata lasciata deserta ma disse che sarebbe stata lasciata deserta per sempre?
Disse forse che quel giudizio sarebbe stato definitivo e cioè tale abbandono sarebbe durato per sempre?
Una situazione molto simile si era già verificata e gli israeliti avrebbero dovuto riflettere.
Al tempo della deportazione in Babilonia, Dio aveva punito il Suo popolo facendo distruggere Gerusalemme e il tempio – I Cronache 6:15
Tale condanna fu definitiva?
Ovviamente no: sarebbe arrivato il tempo in cui un rimanente fedele di Israele sarebbe ritornato in patria, come diceva la profezia.
Coloro che insegnano che Israele è stato rigettato “una volta per tutte” in realtà insinuano ciò che la Scrittura non dice.
Essi pensano che Dio li abbia perdonati la prima volta (al tempo della deportazione in Babilonia) ma non due.
Come se Dio tenesse il conto delle nostre trasgressioni a prescindere se siamo pentiti o meno – Salmo 130:3, 4; Matteo 18:21, 22
In realtà ognuno può pensare quello che vuole ma coloro che citano Luca 13:34, 35 spesso si dimenticano di citare le Sue parole conclusive… “Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. Io vi dico che non mi vedrete più, fino al giorno in cui direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"»
Quindi c’è o non c’è un problema scritturale che si scontra con la “teologia della sostutuzione”?
La Scrittura non termina con le parole “d’ora in poi non mi vedrete più!”… che poteva avere il tono della condanna definitiva (anche se sarebbe stata in contraddizione con le parole di Deuteronomio 30) ma… “non mi vedrete più, fino al giorno in cui direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"».
Quindi sarebbe arrivato il momento in cui, almeno una parte di israeliti, avrebbe riconosciuto il messia e tale “abbandono” sarebbe stato revocato esattamente com’era già successo molti anni prima.
Gli israeliti al ritorno da Babilonia ebbero bisogno di pentirsi e ripulirsi dalle pratiche errate che avevano appreso lontano da casa ma essi rimasero, per tutto il tempo, il popolo di Dio – confronta 2 Corinti 6:17, 18
Che dire della scrittura di Giovanni 4:21-23 dove Gesù dice chiaramente alla samaritana che il luogo dell’adorazione non avrebbe avuto più importanza e che Dio avrebbe scelto persone che l’avrebbero adorato con spirito e verità?
Rileggiamo questa scrittura.
Gesù le disse: «Donna, credimi; l'ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori”.
Riflettiamo.
Da lì a pochi anni Gerusalemme sarebbe stata distrutta insieme al tempio.
In un’altra occasione, parlando del tempio ad alcuni dei suoi discepoli egli disse che non sarebbe rimasta pietra su pietra.
Queste parole si adempirono alla lettera.
Gesù sta dicendo alla samaritana che Gerusalemme non sarebbe più stata indispensabile per l’adorazione perché Dio avrebbe scelto un popolo secondo il Suo cuore; popolo che come sappiamo si allargò molto presto alle nazioni gentili.
Il centurione Cornelio, infatti, fu il primo non israelita ad entrare a far parte del popolo di Dio.
Man mano che il popolo di Dio si sarebbe allargato ad altre nazioni (e presto i gentili divennero molto più numerosi degli ebrei) era solo ovvio che Gerusalemme avrebbe perso quella centralità nell’adorazione.
I cristiani gentili non erano tenuti a farsi migliaia di chilometri, regolarmente, per adorare al tempio: avendo compreso la Verità intorno al Cristo, sarebbe stato sufficiente adorare con spirito a Verità.
Dio, infatti, cerca adoratori sinceri e non formali.
Inoltre, se qualcuno avesse considerato Gerusalemme indispensabile per l’adorazione, come si sarebbe sentito una volta che questa sarebbe stata distrutta?
Ma la fede dei cristiani si basava di qualcosa di più solidi della città o del tempio: si basava sugli insegnamenti del Maestro.
Infatti l’apostolo Paolo e altri fecero numerosi sforzi per convincere i cosiddetti “cristiani giudaizzanti” che loro avessero qualcosa di meglio del resto degli ebrei che potevano avere il tempio e tante altre cose ma che non avevano riconosciuto il messia.
Quindi il Signore non sta affatto dicendo che Gerusalemme (e di conseguenza Israele) sarebbe stata abbandonata per sempre e neppure che il popolo ebraico sarebbe stato abbandonato per sempre.
Sta semplicemente dicendo che sarebbe arrivato il tempo in cui Dio avrebbe scelto i Suoi adoratori per la loro condizione di cuore e non esclusivamente per la loro appartenenza.
Dio, infatti, non è parziale – Atti 10:34
Da quale scrittura dovremmo quindi dedurre che il popolo di Israele e la nazione siano stati rigettati per sempre?
Da nessuna, a parte dall’interpretazione religiosa delle chiese autoreferenziali (questa interpretazione, tra l’altro, è proprio necessaria alla loro autoreferenzialità).
Riflettendo sulla scrittura guida di questo articolo, vediamo che il Signore si rivelò come Messia e spiegò la verità alla samaritana.
La samaritana fu pronta e non si offese quando sentì il Signore pronunciare chiaro e tondo “Voi adorate ciò che non conoscete” perché il suo desiderio era comprendere e fare la volontà di Dio.
Abbiamo lo stesso desiderio?
Ognuno di noi, di qualsiasi organizzazione fà parte, ha la possibilità oggi di comprendere che “la salvezza ha origine dai giudei” oppure offendersi e chiudere le proprie facoltà di percezione a qualsiasi argomento scritturale – Zaccaria 8:23
La predicazione dei due testimoni vestiti di sacco sarà il segnale, per tutti coloro che amano Dio più della propria religione e si sforzano di raggiungere un minimo di conoscenza, di accettare il gratuito dono della vita eterna.
Saremo disposti a fare tutti i cambiamenti necessari pur di entrare a far parte dell’unico popolo di Dio, ovvero quello preso da ogni nazione, tribù, popolo o lingua?
Solo così non assomiglieremo agli scribi e i farisei che, pur riconoscendo che il Signore fosse la personificazione della Verità, preferirono la loro posizione, la loro autorità, i loro privilegi.
Se leggiamo la Bibbia senza preconcetti il messaggio è chiaro:
Il vero cristianesimo ripartirà esattamente da dove è nato.
La seconda parte di questo articolo mostrerà come il profeta Zaccaria aveva già previsto, molti prima di Giovanni, questo aspetto della volontà di Dio.

“Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo sacro segreto, affinché non vi reputiate saggi: a una parte di Israele si sono intorpiditi i sensi, finché non sarà entrato il numero completo delle persone delle nazioni, e in tal modo tutto Israele sarà salvato; come è scritto: “Il liberatore verrà da Sìon e allontanerà le pratiche empie da Giacobbe. E questo sarà il mio patto con loro quando cancellerò i loro peccati”. Certo, quanto alla buona notizia essi sono nemici, a vostro vantaggio; ma quanto alla scelta di Dio sono amati, a motivo dei loro antenati. Infatti i doni e la chiamata di Dio non sono cose su cui egli cambia idea. Come voi un tempo eravate disubbidienti a Dio, ma ora vi è stata mostrata misericordia a causa della loro disubbidienza, così anche loro adesso sono stati disubbidienti — il che ha permesso a voi di ottenere misericordia — e possono dunque anche loro ottenere misericordia. Dio ha infatti rinchiuso tutti nella disubbidienza per avere misericordia di tutti – Romani 11:25-32

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