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JD Jonny

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  1. Link alla pagina di JD Jonny https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=211020176136851&id=100016866093903 COSA SONO I  NUOVI CIELI   E     LA NUOVA TERRA ? UNA RIFLESSIONE LOGICA Se “i cieli e la terra” attuali, o meglio il cosmo attuale, fossero distrutti e annientati, e Dio creasse dal nulla “nuovi cieli e nuova terra”, dovremmo cominciare a credere che il Signore agisca per tentativi e, di conseguenza, la Sua perfezione sia da mettere in dubbio. Dovremmo, poi, domandarci perché Dio, il quale poteva distruggere ed annientare l'originale Serpente quando si ribellò, non l’abbia fatto, permettendogli di creare problemi a tutta l’umanità . Questa riflessione getterebbe dubbi sull’amore divino verso la Sua creazione. Cioè  se Dio avesse in mente di ricreare tutto da capo , avrebbe fatto soffrire inutilmente la sua creazione umana e anche suo Figlio come uomo. Non vi pare ? Ci deve essere un'altra spiegazione dei Nuovi CIELI e Nuova TERRA.  Esiste, infine, la conferma scientifica.  Gli scienziati, infatti, secondo i principi della termodinamica, quella “parte della fisica che studia le trasformazioni di calore in lavoro e viceversa” , affermano che l’energia non si distrugge ma si trasforma. Quindi, non esiste nessuna prova (perfino del mondo scientifico) di annientamento di quanto è stato creato, ma si parla soltanto di trasformazione e modificazione. In conclusione, pur riconoscendo che, quando si trattano dettagli particolari dell’escatologia, ci troviamo dinanzi ad eventi molto più grandi di noi,  sembra che l’interpretazione dei  testi biblici, conseguenza di una ricerca compiuta su autorevoli testi in materia, non sia in contrasto con il disegno divino e non urti assolutamente con la dottrina biblica, anzi concordi sia con la Scrittura che con la natura stessa di Dio, il Quale converte sempre il male in bene (cfr. Genesi 50:20). Quindi I nuovi cieli e nuova terra non sono quelli fisici e letterali, ma come vedremo  rappresentano qualcos'altro.  Non è motivo di meraviglia e di gratitudine scoprire che Dio, nella Sua infinita misericordia, ristabilisca l’ordine sul disordine creato dal peccato, non soltanto rigenerando gli individui, ma rigenerando anche la creazione.  Infatti, è scritto:”… la creazione stessa sarà anch’ella liberata dalla servitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figliuoli di Dio” (Romani 8:21). Ma quali sono i passi che indicano che ci sarà una nuova terra e un cielo e cosa sono ? Non c'è  un INIZIO se non c'è  una FINE. Ecco i passi principali che si riferiscono al deteriorarsi del cosmo simbolico :  “Essi periranno, ma tu dimori; invecchieranno tutti come un vestito, e li avvolgerai come un mantello, e saranno mutati; ma tu rimani lo stesso, e i tuoi anni non verranno meno.” ( cfr. Salmo 102:25-27). “Alzate gli occhi vostri al cielo, e abbassateli sulla terra! Poiché i cieli si dilegueranno come fumo, la terra invecchierà come un vestito, e i suoi abitanti parimente morranno; ma la mia salvezza durerà in eterno, e la mia giustizia non verrà mai meno” (Isaia 51:6). “Il cielo e la terra passeranno [letteralmente: stanno passando, ], ma le mie parole non passeranno” (Matteo 24:35). “Perché la creazione è stata sottoposta alla vanità , non di sua propria volontà , ma a cagion di colui che ve l’ha sottoposta, non senza speranza però che la creazione stessa sarà anch’ella liberata dalla servitù della cor¬ruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figliuoli di Dio. Poiché sappiamo che fino ad ora tutta la creazione geme insieme ed è in travaglio”(Romani 8:20-22). “Or questo ‘ancora una volta’ sta a indicare la rimozione delle cose scosse come di cose fatte [cielo e terra,] perché sussistano quelle che non sono scosse” (Ebrei 12:27). “E il mondo passa via [letteralmente: sta passando] con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio dimora in eterno” (I Giovanni 2:17). Nel linguaggio corrente la parola distruggere ha il significato di “disfare una cosa fatta, far cessare di essere, abbattere, annientare, rovinare. Nella Scrittura i termini perire e distruggere non hanno mai il significato di annientare, far cessare di essere e annullare. Infatti, il greco apollumi, tradotto “distruggere o perire”, non dà l’idea di estinzione ma di rovinare, danneggiare, guastare, perdere, deteriorare. Questo è chiaramente espresso nei seguenti testi: Luca 5:37 – “…gli otri vanno perduti…”; Matteo 8:25 – “Maestro, siamo perduti…”; Matteo 22:7 – “…a sterminare quegli omicidi”; Matteo 10:28 – “…far perire l’anima e il corpo nella geenna”; Luca 13:3, 5 “…perirete tutti…”; Giovanni 3:16 – “…non perisca”. UN ESAME DEI TESTI PRINCIPALI Nella Scrittura non ci viene mai detto che i nuovi cieli e la nuova terra saranno completamente nuovi, ma che la creazione attuale sarà , invece, restaurata e modificata: Apocalisse 21:1 afferma: “Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c’era più”. Quello “scomparsi” è il verbo parerchomai che non significa mai “distruggere ed annientare”, ma soltanto “andare lontano, passare via, scomparire”. Nel testo, infatti, il termine è lo stesso di quello usato in Matteo 24:34, 35 e in Marco 13:30, 31. Inoltre, in Apocalisse 21:4, dove troviamo scritto: “… le cose di prima sono passate …”, il verbo ha il significato di andare lontano, usato anche in Matteo 8:18 e in Apocalisse 18:14. II Pietro 3:10–13 è il testo fondamentale sull’argomento: “Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate. Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali persone dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà , mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno! Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo <<nuovi cieli e nuova terra>>, nei quali abititerà la giustizia”. I verbi usati in questo testo non fanno assolutamente intendere l’annientamento, cioè la cessazione di esistenza. Perfino il testo di II Pietro 3:6, che si riferisce a quel mondo antidiluviano che “sommerso dall’acqua perì”, è evidente che non avvalora l’idea di annientamento. Dopo il diluvio il mondo si è rigenerato.  Occorre ricordare che:  Il giardino di Eden, paradiso perfetto creato  per l'uomo , non fù distrutto dopo il peccato ma messo sotto guardia da 2 angeli cherubini che ne impedivano l'accesso per evitare che uomini imperfetti andassero a mangiare dell'albero della vita che era nel mezzo del giardino e ottenessero la guarigione. (Che non era l'albero della conoscenza del bene e del male) (cfr. Genesi 2:8,9). Chissà quante volte Abele o Caino e i loro fratelli e sorelle si sono aggirati intorno a quel giardino per vedere se c'erano ancora delle guardie a custodia di questo bene prezioso. Troviamo anche nella Rivelazione questi simbolici alberi della vita che danno frutto 12 stagioni all'anno per la guarigione degli uomini. In II Pietro 3:10: “…i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno”. Notiamo che il verbo passare (gr. parerchomai che significa “passare, andare via”), denota cioè il passaggio da una condizione ad un’altra.  Tale concetto è espresso anche in Ebrei 1:12: “E come un mantello li avvolgerai e saranno cambiati. . .”. Il verbo dissolvere, poi, significa: “disunire, disfare, sciogliere, slegarsi, scomporsi”.  La scomposizione degli elementi infiammati, cioè dei componenti infiammabili del mondo fisico, non è annientamento, ma soltanto scomposizione e modificazione. Infatti, la combustione non è annientamento, distruzione di un elemento, ma soltanto una modificazione dello stato in cui la materia si trova.  Ancora, in Atti 3:21 non si parla assolutamente di distruzione o annientamento, ma viene sottolineato il fatto che quando Gesù ritornerà , inaugurerà i “tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha par-lato fin dall’antichità per bocca dei suoi santi profeti”. Il termine restau¬razione (gr. apokatastasis), da apo = “di nuovo” e katistemi= “mettere in ordine”, significa: “rimettere a nuovo le parti deteriorate o rimettere qualcosa nello stato di prima” , potrebbe essere letteralmente tradotto: “I tempi quando di nuovo tutte le cose saranno rimesse nello stato di prima” o come traduce una versione libera moderna “il tempo nel quale tutte le cose saranno rinnovate” . Matteo 19:28 è un altro testo biblico importante: “Io vi dico in verità che nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria…” Veniamo poi all’uso del termine “nuovo” nella Scrittura.  E’ proprio inteso sempre nel senso di originale, e non invece come qualcosa di rin¬novato, quando il Signore afferma: “E vi darò un cuor nuovo, e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dalla vostra carne il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne”?  (Ezechiele 36:26) Quel “nuovo” ha certamente il significato di rinnovato. Nel Nuovo Testamento, molti versetti utilizzano sempre un termine (kainos) che ha il significato di “nuovo in forma o qualità , di natura differente in antitesi con quello che è vecchio”. Infatti, ad esempio: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, son diventate nuove” (Il Co¬rinzi 5:17). Basti notare che il vocabolo “passate” è lo stesso termine usato in Apocalisse 21:4, dove è scritto: “e asciugherà ogni lacrima dagli occhi loro e la morte non sarà più; né ci saran più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di prima sono passate”. Anche il versetto: “Avete svestito l’uomo vecchio coi suoi atti e rivestito il nuovo” (Colossesi 3:10) ci parla di un’opera di trasformazione. Rimane il problema del verbo creare.   E'  importante notare che nel Nuovo Testamento il verbo creare è usato in Apocalisse soltanto nel capitolo 4:11 e 10:6, e riguarda la creazione in senso generale. Mentre per i nuovi cieli e la nuova terra non è usato il termine creare. Nell’Antico Testamento il termine ebraico Bara significa “creare, formare, dare forma”. In Genesi 1:1, è evidente che Dio creò dal nulla i cieli e la terra, ma in altri casi la parola creare non vuoi dire sempre “creare dal nulla”; ad esempio nel testo “Crea in me un cuor puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo” (Salmo 51:10), è evidente che sta a significare “metti e genera in me”. Perfino in Isaia 65:18 indica che Gerusalemme non sarà più quella di prima, ma sarà rinnovata: “Rallegratevi, sì, festeggiate in perpetuo per quanto io sto per creare; poiché, ecco, io creo Gerusalemme per il gaudio, e il suo popolo per la gioia”, in quanto il contesto si riferisce direttamente all’era del millennio (cfr. Isa¬ia 65:19-25). Un altro testo è, ad esempio:”… l’Eterno crea una cosa nuova sulla terra …” (Geremia 31:22), dove il verbo creare ha certamente il significato di manifestare “una cosa nuova” cioè “capovolgere le consuetudini”. Avendo appurato che i nuovi cieli e la nuova terra non vanno a sostituire i nostri cieli e terra letterali cosa possiamo aspettarci ? La miglior conclusione la troviamo dall'applicazione che ne fà  Pietro sulle parole di Isaia. In Isaia 65: 17 Poiché, ecco, io creo nuovi cieli e una nuova terra; non ci si ricorderà più delle cose di prima; esse non torneranno più in memoria. 18 Gioite, sì, esultate in eterno per quanto io sto per creare; poiché, ecco, io creo Gerusalemme per il gaudio, e il suo popolo per la gioia. 19 Io esulterò a motivo di Gerusalemme e gioirò del mio popolo; là non si udranno più voci di pianto né grida d'angoscia; 20 non ci sarà più, in avvenire, bimbo nato per pochi giorni, né vecchio che non compia il numero dei suoi anni; chi morirà a cent'anni morirà giovane e il peccatore sarà colpito dalla maledizione a cent'anni. 21 Essi costruiranno case e le abiteranno; pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. 22 Non costruiranno più perché un altro abiti, non pianteranno più perché un altro mangi; poiché i giorni del mio popolo saranno come i giorni degli alberi; i miei eletti godranno a lungo l'opera delle loro mani. 23 Non si affaticheranno invano, non avranno più figli per vederli morire all'improvviso; poiché saranno la discendenza dei benedetti del SIGNORE e i loro rampolli staranno con essi. 24 Avverrà che, prima che m'invochino, io risponderò; parleranno ancora, che già li avrò esauditi. 25 Il lupo e l'agnello pascoleranno assieme, il leone mangerà il foraggio come il bue, e il serpente si nutrirà di polvere. Non si farà né male né danno su tutto il mio monte santo», dice il SIGNORE. Che applicazione ne fà Pietro ? Nella sua seconda lettera al cap. 3:13 dice: " E secondo la sua promessa 'noi' aspettiamo nuovi cieli e nuova terra e in questi dimorerà la giustizia. Cosa dice inveve la  Rivelazione di Giovanni ? In Rivelazione 21: 1  Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più. 2 Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3 Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro". 4 E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate». 5 E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose»; e soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. I nuovi cieli e la nuova terra sono una realizzazione che dio farà dopo il giudizio esposto nei capitoli precedenti di Rivelazione che vanno dal 13 al 20. Questo vuol dire che,  prima sulla terra non ci saranno più la bestia politica che domina sulle nazioni,  non ci sarà più il falso Profeta, non ci sarà più la Grande Meretrice, Babilonia la Grande, che con la  scusa della religione ha soggiogato i re della terra per avere autorità politica e nazionale su un pezzo di terra letterale, come lo Stato di Israele, lo Stato Vaticano e lo Stato Islamico. Non ci sarà più Satana il Diavolo come entità di influenza e i suoi demoni che saranno inabissati per mille anni. Non ci saranno più oppositori al dominio del Regno di dio e Dell'Agnello.  Saranno stati resuscitati  144.000 Santi del Supremo,  comprati da ogni tribù e lingua e popolo che riceveranno la corona per regnare con Cristo per mille anni insieme ad altri che si sono addormentati nella morte e che non sono in vita nel 'Giorno del Signore', ma che avevano la stessa speranza celeste. Dove ? In Rivelazione 5: 9,10 dice :  " E cantano un nuovo canto: “Tu sei degno di prendere il rotolo e di aprirne i sigilli, perché sei stato scannato e con il tuo sangue hai comprato a Dio persone di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,  e ne hai fatto un regno di sacerdoti per il nostro Dio  e regneranno sulla terra”. Se come dice Giovanni questi 144.000  sono coloro che vengono resuscitati in cielo con un corpo glorificato  simile a quello del loro Signore Gesù  e che sono in vita durante il 'Giorno del Signore', chi rimane sulla terra per essere governato da loro per mille anni ? Torniamo al capitolo 21 di Rivelazione e vediamo cosa succede dopo che Giovanni vide un nuovo cielo e una nuova terra. Al versetto 2 e 3 si dice :  ". 2 Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3 Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il "con-loro". I nuovi cieli sono composti dalla Nuova Gerusalemme, un nuovo governo composto dall'Agnello e la Sposa, i Santi del Supremo resuscitati con un corpo glorioso in cielo. Chi sarà la NUOVA TERRA ? In visione Giovanni vede una Grande Folla di persone che scampano alla Grande Tribolazione. In Rivelazione 7: 9 si legge :  " Dopodiché vidi una grande folla, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di lunghe vesti bianche, e tenevano in mano rami di palma. 10  E gridano a gran voce: “La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello!” 11  Tutti gli angeli stavano intorno al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; si inginocchiarono con il viso a terra davanti al trono e adorarono Dio, 12  dicendo: “Amen! La lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l’onore, la potenza e la forza vadano al nostro Dio per i secoli dei secoli. Amen!” 13  Allora uno degli anziani mi chiese: “Chi sono queste persone vestite di lunghe vesti bianche,+ e da dove vengono?” 14  Subito gli risposi: “Mio signore, tu lo sai”. E lui mi disse: “Sono coloro che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno rese bianche nel sangue dell’Agnello. 15  Per questo stanno davanti al trono di Dio, e gli rendono sacro servizio nel suo tempio giorno e notte; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda su di loro. 16  Non avranno più né fame né sete, e non soffriranno né il sole né il caldo torrido, 17  perché l’Agnello, che è al centro, vicino al trono, li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi”. Notate come gli elementi menzionati fanno da accostamento al capitolo 21 di rivelazione , e sono elementi terreni come rami di palma, sorgenti di acqua e lacrime dai loro occhi. Questo è il contesto del capitolo 21 dove viene descritta un nuovo cielo e una nuova terra. Infatti si dice in 21:3 " Ecco la tenda di dio è con gli UOMINI." 21:4 " la morte non ci sarà più". Qui non dice che ci sarà subito una risurrezione di quelli che sono nelle tombe , ma solo che la morte non ci sarà più. Quale morte ? Quella adamica , quella dovuta al peccato , perchè la Grande Folla è stata salvata dal peccato. Dopo aver descritto la Citta , La Nuova Gerusalemme, le sue porte le sue fondamenta che  si rifanno al numero 12 , indicazione di  perfezione e organizzazione,GOVERNO, si dice pure che nella città non c'è il Tempio perchè Dio e l'Agnello sono il Tempio. In cielo non serve un Tempio.  C'è un particolare interessante riguardo alla terra. In 21: 24 si legge "Le NAZIONI cammineranno nella sua luce, e i re della terra vi porteranno la sua gloria". Qui si parla di persone che sono ancora sulla terra e che sono  ancora fra le nazioni della terra finchè non rivestono anche loro la perfezione durante i mille anni. Infatti nessuno che non sia perfetto può entrare nella citta celeste. In 21: 26 si legge " E vi porteranno la gloria e l'onore delle nazioni, e al versetto 27 :" Ma non vi entrerà nulla di contaminato o nessuno che faccia cose ripugnanti e false, vi entreranno sono quelli che sono scritti nel 'rotolo  della Vita dell'Agnello'. Chi sono coloro che sono scritti in questo libro della vita dell'Agnello ?  In Apocalisse 13:8  leggiamo «E tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello che è stato immolato, l’adoreranno.» Qui si parla di coloro che adoreranno la bestia e riceveranno il suo marchio, questi sono esclusi dal libro della vita a differenza di coloro che non l'adoreranno e si rifiuteranno di ricevere il marchio della bestia, saranno iscritti in questo libro di vita. In questo libro ci sono i nomi di tutti coloro che dalla fondazione del mondo hanno fatto la volontà di Dio a partire dal giusto Abele. Tra questi ci sono i nomi di coloro che ricevono  il segno sulla fronte,  il suggello dell'Agnello per regnare con Lui in cielo e quelli che alla fine del millennio avendo rivestito la perfezione e avendo superato la prova finale qui sulla terra . Che sulla terra ci saranno ancora esseri umani durante il regno di mille anni è confermato dal capitolo 20 di Rivelazione il versetto 3, dove si legge:  " E lo scagliò nell’abisso e chiuse e sigillò [questo] sopra di lui, affinché non sviasse più le nazioni fino a quando fossero finiti i mille anni. Dopo queste cose dev’essere sciolto per un po’ di tempo. Ancora una prova per dire che sulla terra ci saranno ancora persone che saranno governate dai Nuovi Cieli.  É chiaro che il contesto della prova è terreno essendo  il dragone scagliato sulla terra prima del suo inabissamento. Ma all'inizio del millennio cosa succede prima di risuscitare coloro che sono morti nel corso dei secoli ? Nel capitolo 20:4 leggiamo, " E vidi dei troni, e c’erano quelli che sedettero su di essi, e fu dato loro il potere di giudicare. Sì, vidi le anime di quelli che furono giustiziati con la scure per la testimonianza che avevano reso a Gesù e per aver parlato di Dio, e quelli che non avevano adorato né la bestia selvaggia né la sua immagine e che non avevano ricevuto il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Ed essi vennero alla vita e regnarono col Cristo per mille anni. C'è una risurrezione prima di quelli che regneranno con Cristo e che sono morti prima del suo ritorno , e fanno parte di quei santi che Lui ha scelto  per i mille anni di Governo celeste, tra questi ci sono 24 anziani tra cui i 12 discepoli  a cui Gesù ha promesso dei troni, e altri 12 presi dalle 12 tribù della terra,  mentre quelli che sono in vita durante la Grande tribolazione e ricevono il 'suggello' * per non  aver ricevuto il 'marchio' della Bestia, come dice l'Apostolo Paolo vengono 'mutati' in un batter d'occhio'. ( confr. 1 Cor. 15 ) che secondo Giovanni sono 144.000. (* I 144.000 sono  solo i santi resuscitati dopo la morte degli ultimi 2 Testimoni e non il numero totale  di coloro che Gesù ha scelto nel passato.) Altrimenti non avrebbe senso ne il numero letterale 24 e i 2 Testimoni. O sono tutti letterali o sono tutti simbolici. Con questo ,Rivelazione non dice che solo 144.000 vengono scelti per governare in cielo, ma che che 144.000  santi insieme ai 24 Anziani, anch'essi santi, giudicano le nazioni della terra. Altri morti verranno alla vita celeste per regnare durante i mille anni che sono morti 'prima' del Giorno del Signore. Quindi la bibbia non contiene il numero esatto di quelli che regneranno con Cristo in cielo. Che dire di coloro che non regneranno con Cristo , e che non hanno ricevuto il suggello per regnare , come la Grande Folla ? Sia la Grande Folla che altre persone menzionate nel  versetto 4  di Rivelazione rimarranno sulla terra durante il millennio. Il versetto 4 dice :  "Il resto dei morti non venne alla vita finché i mille anni non furono finiti. Sulla terra inizia il millennio sotto il governo dei Nuovo Cieli. Come dice Isaia la terra sarà trasformata in un Paradiso così com'era il proposito di Dio. Questa Grande Folla e altri risuscitati durante i mille anni si daranno da fare per 'rinnovare la terra e accogliere i nuovi arrivati, tra questi una schiera di uomini del passato tra cui Abele, Noè, Abraamo ( che aspettava larrivo di questa Citta  Celeste - Nuovi Cieli), Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Daniele ( che saebbe risorto alla fine dei tempi), Geremia, Isaia è tante donne tra cui Miriam, Debora, Raab, Rut, e tanti altri. Poi ci sarà la prova finale quando Satana verrà sciolto ancora per sviare chi si trova  sulla terra, coloro che lo seguiranno moriranno per sempre insieme a lui nella seconda morte da cui non c'è resurrezione. Che dire di coloro che rimarranno in vita dopo la prova finale alla fine dei mille anni ? Rivelazione dice che verranno aperti dei rotoli. Il capitolo 20:12-15 dice :  " E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono, e dei rotoli furono aperti. Ma fu aperto un altro rotolo; è il rotolo della vita. E i morti furono giudicati dalle cose scritte nei rotoli secondo le loro opere. 13  E il mare diede i morti che erano in esso, e la morte e l’Ades diedero i morti che erano in essi, e furono giudicati individualmente secondo le loro opere. 14  E la morte e l’Ades furono scagliati nel lago di fuoco. Questo significa la seconda morte, il lago di fuoco. 15  Inoltre, chiunque non fu trovato scritto nel libro della vita fu scagliato nel lago di fuoco. Coloro di cui si parla in questo contesto non sono dei morti letterali perchè durante i mille anni i re e sacerdoti celesti avranno applicato il valore salvifico del sacrificio di cristo liberandolo gli uomini dalla morte adamica. Alla fine del millennio coloro che supereranno la prova finale saranno perfetti, ma vengono chiamati  ancora 'morti' perchè devono dimostare di aver ubbidito volontariamente durante i mille anni di regno dei Nuovo Cieli. Avranno avuto tutto il tempo necessario per fare le loro opere individualmente.  Tra questi ci sono sia persone sopravvissute alla grande Tribolazione , sia i nuovi nati durante il millennio, che il 'resto dei morti' che vengono resuscitati 'durante' il millennio. Per coloro che ricevono un giudizio favorevole, la loro risurrezione, come dice Giovanni 5:28,29, risulterà di VITA, ma per coloro che non avrà nno ascoltato la voce di Gesù, la loro resurrezione sarà risultata di GIUDIZIO e verrà nno distrutti per sempre nella seconda morte. A questo punto anche la 'morte' sarà inghiottita per sempre nel 'lago di Fuoco'. Questa breve esamina dei Nuovi cieli e Nuova Terra ci ricorda che il proposito di Dio sarà riportato al suo inizio così come Dio " In principio creò i cieli e la terra", perchè fossero abitate da creature immortali. JD  Jonny
  2. Link alla pagina di JD Jonny https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=226614081244127&id=100016866093903 I TESTIMONI DI GEOVA E I SITI DEI 'DISSIDENTI' Le parole più usate dai Dissidenti dei Testimoni di Geova sono : APOSTASIA, MANIPOLAZIONE, CONTROLLO MENTALE, OSTRACISMO, INTENDIMENTI ERRATI, DISASSOCIAZIONE, SETTA, SCHIAVO FEDELE E DISCRETO, CORPO DIRETTIVO. Le frasi più gettonate dai Dissidenti rivolte ai loro ex fratelli sono : "Pensa con la tua testa", "Siete schiavi mentali", "Noi abbiamo scelto la libertà ", "Ci hanno ingannato", "Siamo liberi dalle catene della Wacth Tower Society". Difficile stabilire chi sia effettivamente nella ragione tra i dissidenti e i loro ex fratelli visto che un tempo anche i dissidenti erano dentro qualcosa che ora ripudiano. Allora la motivazione di tanto clamore e odio dei dissidenti nei confronti dei loro ex amici va ricercata in quella che potremmo definire "DOPPIA REALTA", la prima vissuta in prima persona quando anche il dissidente era un Testimone di Geova, e la seconda è quella che appare dopo la sua uscita da tale realtà . Sembra che,  mentre un dissidente era intento a vivere la 'PRIMA REALTA', non fosse stato  cosciente,  inerte alla realtà stessa, privo di qualunque giudizio e coinvolgimento morale e spirituale, un automa al comando di un intelligenza superiore. Se pensiamo al fatto che alcuni fuoriusciti sono stati per 20, 30 , 40 anni e forse più, nella realtà dei Testimoni di Geova, costoro non possono  negare che c'era comunque qualcosa che li tratteneva, qualcosa di piacevole per cui valeva la pena di lottare e farne una bandiera, anche se questo ha comportato sacrifici e scelte di vita pesantemente condizionanti nella loro vita. Poi ad un tratto questa 'REALTA' diventa 'INCUBO' da cui fuggire, 'INGANNO' per cui aprire gli occhi, 'CATENE' di cui liberarsi. La maggioranza dei dissidenti uscendo da questa prima realtà , cominciano a rinnegare le scelte fatte, gli insegnamenti ricevuti e le vicende vissute. Mi viene in mente la vicenda di due sposi  innamorati che vivono insieme per 20, 30 anni ,fanno figli, vacanze, pagano un mutuo, risolvono problemi,  sono fedeli l'uno all'altro, poi ad un tratto qualcosa si 'rompe', il lungo tempo passato insieme diventa una 'BOLLA DI SAPONE' che scoppia e si dissolve. "QUALCOSA NON TORNA IN TUTTO QUESTO". Il disconoscimento della realtà vissuta in passato fa pensare ad una 'Doppia Personalità ' di cui stranamente non si era consapevoli e che viene rinnegata pubblicamente , per giustificare  una 'Nuova  Realtà . La prima cosa che mi viene in mente da 'OSSERVATORE DEI TESTIMONI DI GEOVA', e che mentre loro hanno sempre detto che "non seguono una persona ma praticano un'opera", "non vivono per una data ma per una ricompensa", i dissidenti lamentano un 'inganno'. Come mai la maggioranza dei Dissidenti fà appello a tutti i cambiamenti dottrinali sugli intendimenti dei Testimoni di Geova sulla fine e sulla mancata realizzazione delle promesse sul Paradiso,  sapendo  perfettamente che gli uomini che li hanno guidati sono imperfetti, commettono errori e possono sbagliare ? Come mai i dissidenti pretendono che lo spirito Santo di Dio sia manifesto su una organizzazione  imperfetta pur sapendo che mai nella storia il popolo di Dio ha potuto evitare di commettere errori di ogni genere ? Forse alcuni si aspettavano di vedere già realizzate le loro speranze! Forse ad alimentare queste loro speranze sono state le dottrine dei loro 'Capi' su alcune profezie ! Forse mentre alcuni leggevano le riviste, dimenticavano di leggere la 'Parola di Dio' ! Forse alcuni hanno cominciato a vedere gli errori degli uomini e non l'esempio di fede dei loro fratelli ! Forse qualcuno si aspettava di ricevere gli onori di un 'privilegio' che non è arrivato, o è stato privato di un privilegio che aveva per mancanza di esempio !  Forse a qualcuno la disciplina dei principi morali delle scritture non è piaciuta , e ha cominciato a protestare perchè anche altri commettendo  gli stessi errori e sono stati trattati diversamente ! Forse , anzi su questo  sono proprio sicuro, molti non sono stati davvero Testimoni di Geova e uscire è stata una una cosa normale , formale e indifferente. Per ultimo, alcune notizie portate all'attenzione da alcuni EX TESTIMONI DI GEOVA, su presunti scandali di casi nascosti per pedofilia, introiti finanziari provenienti da affari discutibili, cambiamenti organizzativi di carattere procedurale e di spostamenti di personale da una posizione all'altra, oltre che le vendite di molti edifici costruiti con le donazioni finanziarie e lavoro volontario, hanno dipinto la WACTH TOWER SOCIETY come un mostro religioso, una 'Babilonia', una BESTIA con cui non avere nulla a che fare. I dissidenti  vogliono evidenziare gli errori di un organizzazione umana , pensando che questo possa cancellare le opere cristiane compiute dai loro ex fratelli. I dissidenti sono gli stessi che un tempo si vantavano che questa organizzazione gli aveva cambiato in meglio la vita, la salute le relazioni sociali e familiari e gli aveva dato uno scopo per cui vivere e rimanere lontano dai vizi. Negli passati 3 anni pero , sono sorti SITI internet, Blog e Forum di fratelli Testimoni di Geova e NON , che hanno aperto discussioni sui problemi esistenti all'interno della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova e le loro possibili cause e soluzioni , per fare "aderire il più possibile le scritture alle disposizioni teocratiche dell'organizzazione", (Per usare le parole di un Blog) o per "Vedere il crollo della WTS", ( per usare le parole di un'altro sito). In un sito in particolare si è data molta visibilità ad una singolare partecipazione di un membro del Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova, davanti ad una Commissione Governativa in Australia, che chiedeva spiegazioni su presunti casi di pedofilia non denunciati alle autorità . Questi speravano in un imminente crollo della Wacth Tower con pesanti emendamenti finanziari che non sono arrivati. In alcuni siti i Dissidenti  sono attivi nel censurare ogni minima lettera stampata dalle riviste dei Testimoni di Geova o pubblicate dal sito JW.ORG, e si evince tutto il loro odio e la loro frustrazione per dimostrare di essere stati ingannati e per 'mettere in guardia altri dal cadere vittima di tali insegnamenti', (per usare le loro parole). Altri siti per essere più incisivi propongono addirittura petizioni e solleciti governativi per impedire ai Testimoni di Geova di svolgere le loro funzioni religiose e organizzative. Il recente diniego( MARZO 2017) di una nazione extra Europea come la Russia, nel proscrivere le attività dei Testimoni di Geova nel loro paese,  ha entusiasmato questi gruppi di dissidenti nel promuovere una persecuzione verso coloro che al momento sono considerati 'ESTREMISTI DELLA FEDE', VIOLATORI DEI DIRITTI UMANI, facendo loro una cattiva pubblicità . Se mi è consentita una piccola nota di divulgazione informatica, NON ESISTE LA CATTIVA PUBBLICITA', tutto questo parlare in male dei Testimoni di Geova in tutto il mondo non fà altro  che far emergere la NOTORIETA' di questa organizzazione.  La pubblicità è un arma a doppio taglio ! Sono anni che si dice che la COCA-COLA  fà male ! Eppure le vendite  del gruppo non sono mai calate e sono in aumento. Perchè la gente non può evitare di bere COCA-COLA ? Semplice ! La gente beve ciò che piace, non ciò che fa bene !  Sfido chiunque ad entrare in un MAC-DONALD e non bere COCA-COLA ! Tutta la pubblicità malefica che si abbatte sulla WACTH TOWER SOCIETY  e le loro filiali di tutto il mondo non fa altro che dare la possibilità agli abili Testimoni di difendersi e di pubblicare informazioni che smentiscono le accuse rivolte loro davanti a tribunali, commissioni e giornalisti. Ogni volta che i dissidenti vogliono far emergere casi di 'Manipolazione', 'Ostracismo' e altre vicende considerate fuori legge, si trovano  davanti a quello che la Legge stabilisce in materia di Diritto Religioso e Leggi dello Stato. Per la legge non esiste il reato di 'Manipolazione', che è soggettivo e non giuridicamente perseguibile se ci sono la volontà dell'individuo e le sue piene facoltà mentali. L'Ostracismo' non è un reato se a praticarlo vi è l'intento di isolare chi vuole a tutti costi far cambiare idea all'Ostracizzante. Anzi è una difesa di coloro che vogliono  vivere in una comunità seguendo delle norme che non certo devono stare bene a tutti. Questi tentativi rivolti a voler demolire l'opinione della maggioranza sulle attività dei testimoni di Geova servono solo a riempire le pagine dei giornali e a far un buon servizio televisivo in stile 'LE IENE'. Questi processi mediatici non serviranno a screditare le credenziali secolari dei testimoni di Geova. Perché  ? La 'PERCEZIONE' che la gente comune ha di ciò che legge dai giornali e da internet, deve scontrarsi con la vita reale dei singoli Testimoni di Geova, che sono conosciuti come persone oneste, lavoratori, diligenti cittadini. Chi di voi metterebbe su internet un post di un Testimone di Geova che trova un portafogli o un anello d'oro e lo riporta al proprietario ? Di certo i dissidenti non lo farebbero mai ! Allora cosa vogliono i Dissidenti ? Ai dissidenti piace giocare sui luoghi comuni, i giochi di parole, il caso isolato, la testimonianza del singolo e la versione del  fuoriuscito accreditata solo da se stesso e che per ovvie ragioni "non è attendibile" , per usare le parole di un sociologo. A loro piace costruire su quelle sacche di versatilità informatiche dei Testimoni, dove si può fare emergere una loro presunta violazione dei diritti umani. Domanda: Quando mai nella 'Parola di Dio'  si parla dei  Diritti Umani degli  Omosessuali, dei Trans,  Delle Coppie Gay, del 'Diritto di Morire' ? Chiunque dovrebbe fare un processo al Padre Eterno se ha scritto  contro tali cose ? l'Ostracismo esiste dal 510 AVANTI CRISTO !  ( leggere:  Clistene, nobile politico Ateniese ) I Diritti Umani Universali sono stati stabilitii dalla società  democratica del secolo XIX , la stessa che ha fatto più guerre in tutta la storia umana e ha creato le più grandi differenze di parità dei diritti umani ,  come povertà , fame e diritto alla vita. Non sempre i 'diritti umani sono in sintonia con i principi divini sulla moralità  cristiana. Noto come osservatore interno ed esterno dei Testimoni di Geova che c'è una continua flessibilità di comportamento in evoluzione a loro favore per far cambiare opinione su di loro rispetto a precedenti e sorpassati precetti di cui sono stati oggetto nei decenni passati. Sono a constatare una nuova fase di ristrutturazione religiosa e organizzativa , oltre che una nuova gestione patrimoniale delle risorse mondiali. Ma su certe questioni i Testimoni di Geova non cambieranno mai. Vedremo tra 10 anni chi avrà  ragione : I DISSIDENTI  O  I  TESTIMONI DI GEOVA ? JD Jonny Â
  3. Link alla pagina FB di JD Jonny LA RISURREZIONE  DEI CORPI E' UN INSEGNAMENTO BIBLICO. L'ANIMA NON E' IMMORTALE SEPARATA DAL CORPO. Quando si parla di risurrezione è normale farsi tante domande, perché è un insegnamento di cui sappiamo quasi niente per esperienza personale. Allora ci affidiamo al testo per eccellenza che ne parla in maniera vivida e concreta. Cercheremo di sfatare alcuni miti sull'anima e sullo spirito così legati alla risurrezione del corpo, e parleremo di quale corpo viene risuscitato e come . Ovviamente ci concentreremo sulla risurrezione centrale del testo biblico, quella di Gesù e vedremo come questa diventa la base della nostra speranza sia da vivi che da morti. La risurrezione dei corpi ha sempre sbalordito i credenti per la sua contraddizione all'insegnamento dell'immortalità dell'anima. Infatti se l'anima o lo spirito che abita il corpo e ne esce al momento della morte, che senso ha parlare di risurrezione del corpo ? Eppure nella bibbia sia nel vecchio testamento che nel nuovo si fa riferimento proprio alla risurrezione del corpo come ad una nuova ricreazione della persona morta, costituendo di nuovo l'anima dell'intera persona. Facciamo una precisazione. Le tracce di un credo nella resurrezione ritrovate nei riti della fertilità dell'antico Egitto non sono da porsi in relazione col pensiero ebreo, perché per gli Egiziani una simile resurrezione rappresentava una sorta di sviluppo naturale, riservato in ogni caso a coloro che subivano il processo di mummificazione. A volte è stato proposto che la dottrina della resurrezione possa derivare dai Persiani, dalla loro idea di salvezza, appunto, mediante una resurrezione. Tuttavia la comprensione persiana e quella ebrea della resurrezione sono chiaramente distinte.  Presso gli ebrei la resurrezione era considerata un risveglio dei corpi sepolti nella terra grazie all'intervento poderoso di Dio, mentre i persiani, che non seppellivano i corpi ma ne lasciavano la dissoluzione agli elementi, consideravano la resurrezione come una restituzione della vita operata dai medesimi elementi, in modo però selettivo. Fra Persiani ed Ebrei si può registrare una certa continuità in merito alla dottrina sulla retribuzione dopo la morte, ma non rispetto alla concezione della resurrezione in se stessa. La resurrezione come speranza biblica é anche lontana dalla credenza budddista, intesa come trasmigrazione delle anime (metempsychosis), che conduce alla popolare e ricorrente credenza nella reincarnazione. In effetti, entrambe le dottrine sottolineano il fatto che la pienezza e l'immortalità dell'essere umano non possono essere ben comprese prescindendo dalla corporeità . Tuttavia, anche in questo caso, sono palesi le differenze col credo ebraico-cristiano  perché la finalità della trasmigrazione sarebbe la purificazione dell'anima mediante la sua reiterata separazione dalla materia, mentre quella della resurrezione è la permanente riunificazione del corpo e dell'anima, dello spirito e della materia,  perché il processo di trasmigrazione avviene varie volte, appunto, per completare la purificazione di una determinata anima, mentre la resurrezione, anzi la medesima vita umana, avviene una sola volta per tutti allo stesso tempo, cioè «nell'ultimo giorno», o «alla fine dei tempi»,  infine, perché la trasmigrazione è un processo naturale, un passaggio delle anime da un corpo ad un altro, mentre la resurrezione dipende dall' onnipotenza di Dio . E' da notare che nei libri più antichi del vecchio testamento non è radicata la convinzione di una vera e propria resurrezione dalla morte  e neanche di una immortalità dell'anima, concetto molto presente tra Egizi e Babilonesi contemporanei degli ebrei. Per gli ebrei è invece presente il concetto delll'immortalità , che viene compresa  come la perpetua memoria del proprio nome, attraverso i discendenti o mediante la persistenza della propria fama. (da ora in poi mi riferisco al Vecchio testamento come AT, e nuovo testamento come NT)  La dottrina circa la resurrezione individuale del proprio corpo, invece, prende spazio nei libri posteriori dell'AT, specie in quelli di genere apocalittico e si poggia su 5 basi teologiche. 1 Base. Il terreno di base della dottrina sulla resurrezione è preparato nell'AT in una varietà di modi, sia teologici che letterari, lungo un considerevole periodo di tempo. In primo luogo l'AT insegna che il potere supremo e liberante di YHWH si estende ovunque, anche sullo se'ol , luogo di riposo dei morti (cfr. 1Sam 2,6; Am 9,1-2;Sal 16,9; ). Di conseguenza, nessuno sfugge alla sua giustizia (cfr. Sal 88,11 e 139,8-12; Gb 14,13). 2 Base.  In secondo luogo YHWH si distingue dagli dèi pagani, perché «Dio dei viventi» ( 1Sam 17,26.36; Sal 18,47), la sorgente che dona la vita, incessantemente e senza misura (cfr. Dan 14,25). Si può dunque trovare una certa continuità fra la dottrina della creazione e quella della resurrezione. 3 Base.  In terzo luogo, la morte e la corruzione non appartengono all'originario progetto di YHWH, che ha creato ogni cosa per la vita. Sullo sfondo della storia, si riconosce che la morte è entrata nel mondo attraverso il peccato dell'uomo (cfr. Gen 3,17-19;  concetto ripreso nel NT in Rm 5,21 e 3,23; Gc 1,15); il superamento del peccato viene così legato al superamento della morte, cioè alla resurrezione, che diviene manifestazione della salvezza. Coloro che vivono in unione con Dio saranno liberati dalla morte (cfr. Gb 14,10-21; Sir 14,16). 4 Base. In quarto luogo, il materiale letterario per descrivere la resurrezione è fornito dal Libro dei Re e da altri libri dell'AT, che spiegano come i profeti Elia ed Eliseo realizzarono dei miracoli di resurrezione di alcuni morti (cfr. 1Re , 17,17-24; 2Re 2,9 e 4,31-37;). In modo analogo l'«assunzione» al cielo di Enoch (cfr. Gen 5,24; ) e di Elia (cfr. 2Re 2,1-11; ), fornisce una chiara indicazione circa la "possibilità " di una restituzione, dopo la morte, di una piena vita corporale,  in un contesto  terreno. 5 Base. In quinto luogo, infine, molti testi profetici - particolarmente quelli appartenenti al periodo post-esilico - parlano della caduta e del risollevamento del popolo israelita in termini di un processo corporeo di morte e di resurrezione. L'idea è presente in Is 25,8, un testo che verrà ripreso da  Paolo nella proclamazione della resurrezione (cfr. 1Cor15,54), ma anche in Is 26,19: «Ma di nuovo vivranno i tuoi morti, risorgeranno i loro cadaveri, si sveglieranno ed esulteranno quelli che giacciono nella polvere, perché la tua rugiada è rugiada luminosa, la terra darà alla luce le ombre». Cosa insegna  l' AT riguardo alla resurrezione ?  La fede in una resurrezione personale è tacitamente affermata dal Libro di Giobbe (cfr. 19,25) ed in modo più aperto nel Libro di Daniele.  In questo documento canonico, appartenente al corpo della letteratura detta «apocalittica» si legge: «Vi sarà un tempo di angoscia, come non c'era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna». Qui si sviluppa l'insegnamento di Daniele che considera la resurrezione in termini di una ricompensa per aver obbedito eroicamente alla legge di Dio, testimoniata da una fede fino al martirio. Resta chiaro che il potere salvifico e vivificante di Dio non è più da vedersi solo in un contesto nazionale e mondano, come insegnato dai profeti, ma come qualcosa che si estende veramente al di là della morte e che riguarda, in linea di principio, l'intera umanità . Occorre aggiungere che i libri sapienziali dell'AT, sebbene parlino dell'immortalità in senso generico, e specie in riferimento all'immortalità della vita, non parlano della resurrezione in quanto tale I testi letterari di genere apocalittico scritti nel periodo intertestamentario, cioè fra la conclusione dell'AT e la redazione del NT, accettano la dottrina della resurrezione. Cosa insegna il l NT circa la resurrezione finale ?  Al tempo del NT, il partito dei Sadducei negava la dottrina della resurrezione ed ogni possibilità di vita futura, mentre i Farisei la insegnavano apertamente, sebbene in termini realistici e intramondani, senza toni apocalittici. Tuttavia è ragionevole pensare che ai tempi di Gesù di Nazaret il popolo ebreo, nel suo insieme, non fosse contrario alla dottrina della resurrezione. Può essere significativo che Marta abbia detto a Gesù a proposito di suo fratello Lazzaro, morto poco prima: «so che risorgerà nell'ultimo giorno» (Gv 11,24). Sulla base dei testi del NT si possono evidenziare i seguenti cinque elementi circa l'insegnamento cristiano sulla resurrezione dai morti. In primo luogo, in contrasto con la negazione della resurrezione da parte dei Sadducei, che accettavano soltanto i primi cinque libri dell'AT (il Pentateuco), Gesù insegna che la resurrezione finale avrà luogo grazie al potere di Dio, che è un Dio dei viventi, il «Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe» (Mt 22,32; cfr. Es 3,6). Nel far questo, Gesù ricollega le radici del credo nella resurrezione (cioè la fede nell'onnipotenza e nella sovranità di Dio su tutto l'ordine creato) indietro fino al libro dell'Esodo, accettato dagli stessi Sadducei che negavano la resurrezione. Tuttavia, diversamente dall'insegnamento dei Farisei, Gesù afferma che chi risorge non ritorna ad uno stato di terreno o corruttibile, bensì possederà uno stato incorruttibile, perché alla resurrezione si riceve un nuovo corpo senza difetto.( Ne parleremo più avanti) In secondo luogo - e questo è l'elemento più specifico della dottrina del NT - la resurrezione avrà luogo non solo grazie al potere vivificante di Dio in genere, ma in virtù della resurrezione di Gesù Cristo dalla morte, con la forza dello Spirito Santo. La resurrezione di Gesù fornisce pertanto la promessa, la garanzia, l'esempio e la primizia della resurrezione universale, che può essere considerata come una «estensione della resurrezione di Gesù a tutto il genere umano».  In modo più specifico, secondo  s. Giovanni, Gesù in persona è «la resurrezione e la vita» ( Gv 11,25), ed egli spiega: «Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso.  Verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: non si tratta solo di una resurrezione spirituale dell'anima durante la vita cosciente ma di una vera e propria resurrezione del corpo finito nella tomba del genere umano. ( Gv 5,26.28-29). Similmente, s. Paolo insiste ripetutamente sulla dottrina della resurrezione finale (cfr. At , 24,14; 1Ts 4,14-17; Ef 3,1-4; 1Cor , 15; ecc.). Cristo è «primogenito fra molti fratelli» (Rm 8,29; cfr. Col 1,18). Nel c. 15 della Prima Corinti egli sviluppa l'idea che la resurrezione finale dipende interamente da quella di Gesù Cristo e colloca questo convincimento al centro della fede cristiana, dicendo che «se non esiste resurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede .  Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti» (vv. 13-14 e 20). E ancora: «come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste» (v. 49). Per Paolo la resurrezione è come anticipata nella vita presente, per coloro che partecipano alla morte e resurrezione di Gesù Cristo mediante  il  Battesimo (cfr. Rm 6,3-11; Ef 2,6). In terzo luogo, come conseguenza, la verità e la concretezza della resurrezione finale derivano dall'oggettività e dal realismo della resurrezione di Cristo, come testimoniato dagli Apostoli e trasmesso a tutti i credenti. LA RISURREZIONE DI GESÙ È UN FATTO STORICO O UN ATTO DI FEDE DEL CREDENTE ?  Esistono almeno due elementi che attestano il valore storico ed obiettivo della  testimonianza del Cristo risorto .  Il fatto della tomba vuota , il cui significato è chiaramente l'identità del corpo del Risorto con il corpo morto sullo stauròs. Sia 1Cor 15,3-4 che At 2,31 suggeriscono apertamente l'identità di soggetto.  La terminologia delle apparizioni . Nell'esprimere il fatto della comparsa di Gesù risorto è frequente la locuzione «ed egli si mostrò loro» (cfr. Lc 24,34; 1Cor 15,3-8; 1Tm 3,16; At 9,17; ecc.), cioè «si fece vedere da loro», ove l'uso della forma verbale dell'aoristo passivo (gr. ophthe ) pare indicare un incontro a vista con il corpo del Risorto e non una visione.  Il riconoscimento .  Nonostante il timore e l'apprensione degli Apostoli, Gesù li porta a riconoscerlo invitandoli a «toccare e vedere»  ( Lc 24,36), mangiando del pesce arrostito in loro compagnia. Egli indica specificamente ai suoi discepoli non tanto di guardare il suo 'volto', ma le sue mani ed i suoi piedi (cfr. Lc 24,39), perché questi ultimi  dimostrano i segni della sua riconoscibilità e provano l'identità con la inchiodatura al palo, e non tanto per mostrare loro che era lo stesso corpo inchiodato. (cfr. Gv 20,20-27).  Con quale corpo risorge Gesù ?  Le difficoltà avute a volte dagli Apostoli nel riconoscere Gesù dopo la sua resurrezione (apparve loro «sotto un altro aspetto... », Mc 16,12), derivavano dal fatto che Cristo non risorse come lo fece per Lazzaro, ma con un corpo trasfigurato, «glorioso» (Fil 3,21), un corpo che non morirà più (cfr. Rm 6,9). Sebbene ancora presente nello spazio ed attivo nel mondo, il Cristo risorto non appartiene a questo mondo, né vi dipende. Il suo corpo risorto ha subito un cambiamento  di stato e di forma perchè nei discepoli doveva essere impressa la certezza che dopo la resurrezione si diventa una persona nuova, una nuova anima incorruttibile, con un nuovo corpo spirituale.  Gesù non era un fantasma che 'appariva loro' in visione ma 'si mostrò loro in carne ed ossa',  facendo vedere  in maniera miracolosa i 'segni' di riconoscimento che era proprio Lui.  Tuttavia era risorto con un corpo spirituale, capace di passare attraverso le porte, e prendere diverse sembianze, a volte la figura di un ortolano o di un custode, e nemmeno i 2 discepoli sulla via di Emmaus lo riconobbero. Quando 'apparve' ai discepoli riuniti in una casa, loro ebbero difficoltà a riconoscerlo ed erano turbati, tanto che Gesù dovette far vedere che 'non era uno spirito',ma  era proprio colui che aveva ancora i 'segni' nelle mani e nei piedi. Perché Tommaso altrimenti  chiese di vedere i segni dell'inchiodatura  sulle mani e i piedi se la faccia di Gesù  era la stessa del vecchio corpo carnale che aveva prima di morire?  Anche in Gv 21,1 si legge : Dopo questi fatti Gesù apparve di nuovo ai discepoli,  21,4, 'all'alba apparve sulla spiaggia', 21,12 , 'nessuno dei discepoli aveva il coraggio di chiedergli CHI SEI ?'. Perchè i racconti usano questa terminologia riferita alle sembianze di Gesù che cambia aspetto se fosse vero che Gesù risorge con  lo stesso corpo terreno  che aveva prima della sua uccisione ? In effetti alcuni sostengono che Gesù risorge con un corpo terreno e poi viene 'mutato' al momento della sua 'ascensione'. ma i fatti dimostrano che il corpo risuscitato di Gesù è un corpo nuovo e alla sua 'ascensione' non avviene un mutamento ma uno 'scomparire alla vista' dei discepoli. Il corpo mostrato ai discepoli di Gesù riconoscibile e tangibile, essendo già risorto incorruttibile il 'terzo giorno', (non mutato 40 giorni dopo) torna nei luoghi celesti, passa da questa dimensione terrena ad una ultraterrena. Sembra chiaro che lo stupore e le gesta straordinarie compiute da Gesù dopo la sua resurrezione sono incentrate a farsi riconoscere per destare in loro la certezza di averlo visto in una nuova corporalità che 'appare' loro ma che 'sfugge' loro. Gesù risorge con un corpo nuovo, incorruttibile, ma riconoscibile. La risurrezione di Gesù è un fatto unico e su di esso si basano tutte le altre risurrezioni. La fede cristiana confessa che la resurrezione di Gesù Cristo, avvenuta «il terzo giorno», cioè la domenica successiva al venerdì della sua morte per inchiodatura al palo,  alla fine del  giorno 14 del mese ebraico di Nisan, dell'anno 30 circa), è un evento che, occorso nella storia, al tempo stesso la trascende.  In senso stretto, nessuno è stato testimone oculare del momento della resurrezione. Le prime testimonianze del sepolcro vuoto si registrano al mattino di buon'ora (cfr. Mt 28,1; Mc , 16,2; Gv 20,1) e le prime apparizioni collettive alla sera dello stesso giorno (cfr. Lc 24,34-36; Gv , 20,19). Le implicazioni cosmiche della resurrezione ed il peculiare rapporto fra Cristo e il tempo (il NT parlerà dell'Incarnazione del Verbo e della sua vicenda terrena come qualcosa avvenuto «nella pienezza dei tempi», cfr. Gal 4,4; Mc 1,14; Ef , 1,10; Eb 13,8), ne fanno un evento la cui portata certamente trascende la storia degli uomini. Si tratta, inoltre, di un evento capace di possedere le primizie di una intera creazione rinnovata, le cui potenzialità , già date nel mistero del Cristo risorto, non si sono ancora realizzate nel corso della storia, ma si espliciteranno compiutamente solo nell'«ultimo giorno» o alla «fine dei tempi». Nondimeno, il cristianesimo afferma che la resurrezione ha "attraversato" la storia e ne segnala i suoi effetti visibili, essenzialmente il sepolcro vuoto e la testimonianza di un certo numero di apparizioni del Risorto. La celebrazione domenicale della primitiva comunità cristiana, che comincia a riunirsi «nel giorno del Signore» (cfr. s. Giustino, Apologiae , I, 67), rappresenta uno dei segni più importanti che la resurrezione di Gesù di Nazaret ha lasciato nella storia. La celebrazione eucaristica non viene realizzata né il giovedì, giorno della sua istituzione nell'ultima cena, né il venerdì, giorno della morte di Gesù, né tantomeno il sabato, giorno del riposo festivo ebraico: essa inaugura una nuova consuetudine, che può avere il suo fondamento solo nei fatti avvenuti la domenica di Pasqua, cioè «il terzo giorno». Si tratta di una riunione festiva, di ringraziamento, però con il segno  di un sacrificio di morte, cosa che può comprendersi solo alla luce del fatto che l'avvenimento della morte di Gesù sul palo non costituiva affatto, per i primi cristiani, l'ultima parola del ministero terreno del loro Signore . Che fine ha fatto il corpo del Signore ? Originariamente, tanto l'esperienza dei testimoni, quanto le critiche dei loro avversari, prendono avvio dalla constatazione del sepolcro vuoto (cfr. anche Mt 28,11-15). Se così non fosse, non vi sarebbe stata alcuna possibilità , da parte dei discepoli di Gesù, di sostenere pubblicamente la sua resurrezione. A partire da Reimarus (1694-1768), il razionalismo della modernità aveva avanzato diverse ipotesi di spiegazione della resurrezione di Gesù. La più comune di esse riguarda una presunta sottrazione dolosa del cadavere operata dai suoi discepoli, allo scopo di simularne la resurrezione ed il conseguente culto divino. A questa si sono poi affiancate le ipotesi della morte apparente, oppure della scomparsa del corpo per cause naturali (spostamenti tellurici o altro), poi seguita da allucinazioni collettive. In ambito più propriamente teologico si è invece assistito alla separazione, proposta da alcuni autori (ad es. R. Bultmann, vedi infra V) fra il Gesù della storia (sul quale si potrebbe dire poco o nulla) ed il Cristo della fede (risorto nella fede dei discepoli, ma non della storia). In relazione alle obiezioni mosse alla resurrezione, sono state offerte alcune risposte (un'analisi sempre attuale, dalle risonanze sia storiche che psicologiche, in K. Adam, Gesù il Cristo, 1934). Il quadro risultante da tale confronto è che le difficoltà incontrate nel sostenere tali critiche sono certamente paragonabili, se non superiori, alla naturale difficoltà di accettare la novità e la straordinarietà di una resurrezione di Gesù dalla morte. L'ipotesi del dolo, infatti, deve confrontarsi con la testimonianza della rettitudine e della sincerità di vita dei discepoli, capace di giungere fino al martirio storicamente provato. Quest'ultimo non è comprensibile in termini di una ostinazione per fini politici, in quanto il messaggio di Gesù veniva esattamente a stravolgere tali aspettative. A ciò va aggiunta la naturale repulsione della mentalità ebrea ad entrare in contatto con i cadaveri e tanto meno a profanarne le tombe. L'ipotesi della morte apparente non troverebbe riscontro nella sobria, ma realistica, descrizione delle torture inferte al corpo del condannato , sia prima che dopo la sua morte. Non si coniuga con la psicologia dei discepoli, né con la stessa perplessità ed incredulità riportata dalle narrazioni evangeliche, l'ipotesi di una serie di allucinazioni o di visioni che, se teoricamente ascrivibili alle apparizioni isolate del mattino della domenica, non paiono sostenibili in quelle successive: i Vangeli riportano frasi in cui Gesù risorto esorta gli Apostoli a non considerarlo come un fantasma (cfr. Lc 24,39), si offre oggetto della loro esperienza sensibile attraverso il contatto (cfr. Gv 20,27-29) e la consumazione di un pasto in comune (cfr. Lc 24,41-43; Gv 21,5). Si direbbe piuttosto, che la tradizione scritta delle narrazioni della resurrezione contenga già al suo interno una risposta ad alcune obiezioni precedentemente incontrate nella predicazione orale. Le sensibili diversità con cui le apparizioni del Risorto sono presentate nei racconti evangelici non indebolisce, in linea di principio, la loro aderenza ai fatti narrati. Non si tratta infatti di racconti necessariamente cronologici, perché ogni evangelista narra e sottolinea alcuni aspetti piuttosto che altri, secondo uno stile ed una intenzione personali. Luca sviluppa ciò che Marco racconta in modo più essenziale. Matteo sottolinea i temi più significativi per gli ascoltatori ebrei. Giovanni sviluppa alcuni temi in chiave maggiormente teologica. Le differenze (discordia) dei racconti evangelici non alterano la sostanza del fatto riferito, ma potrebbero perfino rafforzarla, se si pensa che con essi non si vuole trasmettere un contenuto predeterminato, bensì delle esperienze e dei ricordi vivi (concordia discors). La situazione presenta delle analogie con quanto avviene nelle narrazioni di un medesimo accadimento, fatte da diversi autori dopo una certa distanza di tempo. Infine, una delle narrazioni più significative, e per certo verso più paradigmatiche della resurrezione di Gesù, è rappresentata dalla testimonianza oculare di Giovanni del lenzuolo funebre e delle bende, "sgonfiate" per terra, cioè "vuote", nel luogo ove era stato deposto il cadavere di Gesù. Si tratta di una visione riportata sobriamente, con un contenuto certamente più sperimentale che psicologico, sufficiente a generare nel testimone una nuova conoscenza di quanto realmente accaduto (cfr. Gv 20,6-8). Tutto ciò che avvenne dopo la risurrezione di Gesù, e ciò che fece mostrano che tipo di risurrezione ebbe luogo e cosa doveva rappresentare per i futuri risuscitati. LA QUESTIONE DELL'IMMORTALITA' DELLE ANIME RISPETTO ALLA RESURREZIONE DEI CORPI. La questione della dottrina della resurrezione finale veniva posta in contraddizione in quanto sembrava contraddire completamente sia il senso comune, sia le leggi naturali. Secondo il pensiero greco, il cosmo e la materia erano retti da un rigido determinismo, inevitabilmente legati al tempo e alla corruzione, senza possibilità alcuna di partecipare alla gloria e all'immortalità proprie della sfera degli dèi. Il pagano Porfirio (233-305), ad esempio, nella sua critica alla resurrezione non risparmierà né satira né cinismo (cfr. Contra christianos , fr. 94). La seconda difficoltà , su un piano maggiormente filosofico, riguardava il fatto che la resurrezione del corpo era comunemente rifiutata nel contesto della antropologia e della cosmologia platonica allora in voga. Nella cosmologia greca, la materia era considerata del tutto estranea allo spirito. In coerenza con questa visione, l'anima era considerata prigioniera del corpo, o al massimo come il suo pilota, legata ad esso in modo del tutto estrinseco, ed era immortale. Per la mentalità platonica, la resurrezione dei corpi voleva dire un vergognoso ritorno dell'anima alla sua prigione; il corpo veniva infatti ritenuto fonte di limitazione, di disgrazia, di male, l' epitomé della non-salvezza. Dopo tutto, per il pensiero greco l'uomo "è la sua anima", ed il corpo un accessorio accidentale. Gli autori cristiani replicarono in varie maniere alla sfida posta dai filosofi pagani. Il principale argomento che essi offrirono era però spiccatamente teologico: Dio è sovrano e onnipotente creatore della terra e dell'umanità : pertanto Egli è perfettamente capace di far risorgere gli esseri umani dalla morte ed ha promesso ciò sia attraverso i miracoli compiuti attraverso il suo Cristo, sia, in particolare, risuscitandolo dopo la sua morte in croce (cfr. Tertulliano, De resurrectione , 11, 3; s. Agostino, De cura pro mortuis gerenda, 2, 4; Gregorio Magno, Homiliae in Evangelia, II, 26). Con l'utilizzo di alcune analogie prese dal mondo naturale - come il sorgere ed il tramontare del sole, la trasformazione dei semi e dei fiori, o la fenice che si riteneva potesse risorgere dalle proprie ceneri - gli autori cristiani cercavano poi di mostrare che la loro dottrina sulla resurrezione non era avulsa dalla natura del cosmo. Il potere di Dio nel far risorgere i morti non contraddiceva le leggi della natura, ma piuttosto le portava a pienezza, dando loro una nuova e definitiva prospettiva di vita. Come abbiamo già osservato, la promessa della resurrezione costituiva una certa sfida per l'antropologia e la cosmologia del tempo. Tuttavia, la materia e la corporeità , sebbene considerate limitate e corruttibili, nella luce del progetto di Dio sulla creazione espresso dall'Incarnazione, morte e resurrezione del Verbo, venivano a possedere un'autentica vocazione all'eternità . LA RISURREZIONE DI GESU' E' LA BASE  DELLA NUOVA CREAZIONE.  Come emerge nella Lettera ai Colossesi , che Dio ha creato l'universo non solo "attraverso" Cristo, ma "per" Cristo ( Col 1,16). Questo testo lascia ben chiaro che la Parola non è un mero strumento o il mezzo perché la creazione e la perfezione del cosmo abbiano luogo, un mezzo che sarebbe subordinato ad un altro fine ultimo (come ad esempio la bontà o la beatificazione dell'universo), un mezzo da cui, alla fine del processo, si potrebbe poi prescindere. Pertanto, se la Parola creatrice fosse in funzione dell'esistenza o della perfezione della creazione, essa sarebbe in definitiva contingente, non pienamente divina, come sostenuto da Ario (256-336) nella sua lettura neoplatonica del NT. In accordo con la fede cristiana, invece, Cristo - Parola di Dio destinata ad incarnarsi - è essa stessa, e non altri, "il fine e lo scopo supremo" dell'universo. In altre parole, fin dalla sua origine, l'universo si dirige verso null'altro che la sua perfezione ultima, Gesù Cristo, Parola eterna di Dio fatta carne, il Signore Risorto dell'intera creazione. Il ruolo finale di Cristo specifica ancora meglio l'espressione che la creazione è stata fatta "attraverso" la Parola. Un secondo modo lo offre s. Paolo quando afferma che noi non siamo stati solo salvati, ma anche creati "in Cristo": «tutte le cose sussistono in lui» (Col 1,17); «[Lui] che sostiene tutto con la potenza della sua parola» (Eb 1,3). In altri termini, Cristo non ha il mero ruolo di causa "strumentale" della creazione, nel senso che le dà una forma una volta per tutte quando il mondo è stato formato, e neanche solo la sua causa "finale", nel senso che tutta la creazione punta verso di lui. In altre parole, Cristo non è la causa "estrinseca" di una creazione che aspira ad una perfezione al di là di se stessa. Piuttosto, il Padre  lo ha voluto come strumento creativo, egli è sempre presente nella creazione, la mantiene in esistenza, muove le creature ad agire in accordo con la loro natura specifica, le conduce al loro fine ultimo, Dio attraverso il Figlio permette ché «in lui noi viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,28). Se nell'AT YHWH è considerato la sorgente della vita, nel NT è Gesù Cristo che dà la vita (cfr. Gv 4,10). Egli è capace di farlo perché «come il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso» (Gv 5,26). Si deve dunque dire che tutte le cose create ricevono esistenza, sussistenza, vitalità , intelligibilità e consistenza dall'inesauribile sorgente di Vita che è il Verbo di Dio. L'universo, nel suo insieme, può essere considerato in certo modo come qualcosa di vivo, che è stato creato, vivificato, conservato, e che viene condotto alla sua perfezione escatologica dall'interno, attraverso l'opera dello stesso Verbo di Dio fatto uomo. La culminazione di questo processo, tanto nella sfera umana, come in quella cosmica, è proprio la resurrezione finale, realizzata attraverso la potenza di colui che è «la resurrezione e la vita» (Gv 11,27). Concludendo, la fede nella resurrezione finale mediante la potenza creatrice di Dio - per i cristiani basata sull'intrepida testimonianza degli Apostoli che "hanno visto" il Signore Gesù Cristo risorto - agisce come un potente catalizzatore, attraverso la storia, per lo sviluppo ed il consolidamento dell'antropologia e dell'etica cristiane, e, col passo dei secoli, per lo sviluppo della scienza. Inoltre, questa fede ha insegnato qualcosa che il mondo antico non avrebbe mai sospettato: che la materia corruttibile era stata creata da Dio con una vocazione all'eternità . La cosmologia classica, con un approccio all'universo di tipo statico e meccanicista, rese difficile l'intelligenza di una dottrina sulla resurrezione che non fosse compresa come una discontinuità , un intervento estrinseco di Dio, o a volte in termini puramente simbolici. Si può anche capire che, nell'epoca moderna, essa abbia corso il rischio di perdere interesse e significato presso non pochi filosofi o scienziati cristiani. Tuttavia, una rinnovata teologia della creazione "attraverso Cristo", "per Cristo" e "in Cristo", così come una comprensione maggiormente dinamica ed aperta dell'universo fisico, hanno reso possibile oggi chiarire e recuperare il pieno versante "cosmico" della fede nella resurrezione, il quale, però, non era mai stato assente dalla rivelazione della scrittura. JD Jonny
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