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  1. Io, Geova, sono il tuo Dio, Colui che ti insegna per il tuo beneficio, Colui che ti fa calcare la via per la quale devi camminare (Isa. 48:17) Sia che siamo cristiani unti o che facciamo parte della grande folla, la Parola di Dio ci offre un futuro luminoso. Ma perché questa prospettiva si concretizzi dobbiamo fare ciò che Geova richiede (Isa. 48:18). Prendiamo il caso degli israeliti, che erano soggetti alla Legge mosaica. Uno dei suoi obiettivi era quello di proteggere la nazione dandole sane norme sulla condotta in campo sessuale, sui rapporti commerciali, sull’educazione dei figli, sui rapporti con gli altri e così via (Eso. 20:14; Lev. 19:18, 35-37; Deut. 6:6-9). Adeguarsi alle norme di Dio è utile anche per noi, e di certo non è un peso farlo (1 Giov. 5:3). Proprio come il rispetto della Legge proteggeva gli israeliti, l’osservanza delle leggi e dei princìpi di Geova ci salvaguarda e ci permette di mantenerci “sani nella fede” (Tito 1:13). w14 15/5 4:9
  2. Lo trovarono nel tempio (Luca 2:46) Geova ci provvede le adunanze cristiane per insegnarci a rimanere uniti. Spesso abbiamo letto l’incoraggiamento che si trova in Ebrei 10:24, 25. Un obiettivo di queste adunanze è quello di “[considerarci] a vicenda per incitarci all’amore e alle opere eccellenti”. È significativo, comunque, che le adunanze servano per “[incoraggiarci] l’un l’altro e tanto più mentre [vediamo] avvicinarsi il giorno”. Da ragazzo Gesù diede un buon esempio di apprezzamento per queste disposizioni. All’età di 12 anni andò con i suoi genitori a un grande raduno spirituale. A un certo punto Giuseppe e Maria non riuscivano a trovarlo, ma non perché se ne fosse andato con altri giovani. Era invece nel tempio, impegnato a parlare di cose spirituali con i maestri. Non sono solo i cristiani adulti che possono e dovrebbero frequentare le adunanze. Se siete giovani, state sfruttando questa possibilità per stringere un legame solido con la vostra famiglia spirituale?w14 15/12 3:16-18
  3. In quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare (Gen. 2:17) Dopo essere stata creata, Eva fu informata da Adamo circa il comando di Dio. Conosceva bene quel comando e fu in grado di recitarlo quasi parola per parola (Gen. 3:1-3). Lo ripeté a qualcuno che le si presentò sotto le spoglie di un serpente, un animale cauto. Dietro al serpente c’era Satana il Diavolo, un figlio spirituale di Dio che si era abbandonato al desiderio di indipendenza e di potere personale. (Confronta Giacomo 1:14, 15.) Per raggiungere i propri fini malvagi accusò Dio di avere mentito. Assicurò a Eva che l’indipendenza non l’avrebbe condotta alla morte, bensì l’avrebbe fatta diventare simile a Dio (Gen. 3:4, 5). Lei gli credette, affermò la propria indipendenza mangiando ‘del frutto’ e persuase Adamo a unirsi a lei (Gen. 3:6, 17). Il Diavolo aveva mentito (1 Tim. 2:14). Tuttavia, Adamo ‘ascoltò la voce di sua moglie’. Benché il serpente potesse apparire amichevole, Satana il Diavolo era in realtà un nemico crudele che conosceva le fatali conseguenze dell’azione che aveva suggerito a Eva di compiere. w14 15/9 4:3, 5
  4. Mantenete la vostra condotta eccellente fra le nazioni, affinché in seguito alle vostre opere eccellenti delle quali sono testimoni oculari glorifichino Dio (1 Piet. 2:12) Abbiamo bisogno di coltivare qualità spirituali che ci aiutino a superare la “grande tribolazione” e a entrare nel giusto nuovo mondo di Dio (Riv. 7:14). Riusciamo ad andare d’accordo con gli altri, compresi coloro che forse consideriamo facilmente irritabili o permalosi? Faremmo bene a seguire l’esortazione che l’apostolo Pietro rivolse ai suoi compagni di fede: “Onorate uomini di ogni sorta, abbiate amore per l’intera associazione dei fratelli” (1 Piet. 2:17). A casa, sul lavoro, a scuola, nei momenti di svago o nel ministero, facciamo tutto il possibile per rendere gloria a Geova con la nostra condotta esemplare. È vero che essendo imperfetti commettiamo tutti degli errori (Rom. 3:23). Ma continuando a “[combattere] l’eccellente combattimento della fede” possiamo vincere la battaglia contro la nostra carne imperfetta (1 Tim. 6:12). w14 15/10 4:14, 16
  5. Devi dire questo ai figli d’Israele: “Io mostrerò d’essere mi ha mandato a voi” (Eso. 3:14) Per apprezzare ancora di più l’onore di portare il nome di Dio, è bene meditare sul suo significato. Comunemente reso “Geova”, il nome divino deriva da un verbo ebraico che può descrivere il compimento di un’azione e può essere tradotto “divenire”. Quando incaricò Mosè di guidare il Suo popolo fuori dall’Egitto, Geova rivelò un aspetto della sua personalità usando un verbo affine per descrivere il suo nome, ma questa volta alla prima persona. La Bibbia narra: “Dio disse a Mosè: ‘Io mostrerò d’essere ciò che mostrerò d’essere’ [o ‘Io diverrò ciò che scelgo di divenire’]” (Eso. 3:14). Perciò, in qualsiasi circostanza, Geova diventerà qualunque cosa occorra per adempiere il suo proposito. Per gli israeliti che erano stati schiavi mostrò d’essere Colui che li liberava, li proteggeva, li guidava e provvedeva a tutti i loro bisogni materiali e spirituali. w14 15/7 3:14, 15
  6. State attenti che qualcuno non vi porti via come sua preda per mezzo della filosofia e di un vuoto inganno secondo la tradizione degli uomini (Col. 2:8) La diagnosi precoce di una malattia può salvare la vita di una persona. In maniera simile, eviteremo il disastro se individuiamo prontamente quelle tendenze che potrebbero indurci in tentazione. Sarebbe saggio che agissimo subito per sradicarle in modo da non ‘essere presi vivi da Satana per fare la sua volontà’ (2 Tim. 2:26). E se abbiamo lasciato che il nostro modo di pensare e i nostri desideri si allontanassero da ciò che Geova richiede da noi? Senza indugi, dobbiamo umilmente ritornare a lui, ricercare la sua guida e i suoi consigli e ascoltarlo con tutto il cuore (Isa. 44:22). Dobbiamo renderci conto che le decisioni sbagliate sono in grado di lasciarci delle cicatrici tanto profonde che potremmo patirne conseguenze serie finché viviamo in questo sistema di cose. Quanto è meglio prendere rapidamente le dovute contromisure per evitare di commettere un errore tanto grave! w14 15/8 4:7, 9
  7. Basta! Ora, o Geova, togli la mia anima, poiché non sono migliore dei miei antenati (1 Re 19:4) Come si sentì Geova nel vedere dai cieli il suo fedele profeta Elia in preda alla disperazione? Lo rigettò perché aveva momentaneamente perso il coraggio ed era depresso? No, tenne conto dei suoi limiti e mandò un angelo, che per due volte gli diede qualcosa da mangiare perché avesse le forze necessarie per proseguire il suo viaggio (1 Re 19:5-8). Prima ancora di dargli ulteriori istruzioni, Geova lo ascoltò e agì concretamente per sostenerlo. Come possiamo imitare il nostro premuroso Dio? Evitiamo di dare precipitosamente consigli (Prov. 18:13). Sarebbe meglio che prima ci prendessimo il tempo di ascoltare coloro che pensano di essere “meno onorevoli” a motivo di problemi personali, facendo capire loro che li abbiamo a cuore (1 Cor. 12:23). Potremo così agire nel modo più opportuno, in base alle loro reali necessità. w14 15/6 3:14-16
  8. Chi prende a prestito è servitore dell’uomo che fa il prestito (Prov. 22:7) Geova sa che abbiamo bisogno di una certa quantità di denaro. D’altra parte, i soldi non ci aiutano né ci proteggono come invece fa la sapienza divina (Eccl. 7:12; Luca 12:15). Spesso si sottovaluta il prezzo da pagare quando si va a lavorare all’estero, senza contare che non c’è nessuna garanzia di riuscire a fare soldi in questo modo. I pericoli invece sono reali. Molti emigranti tornano a casa ancora più indebitati, e anziché essere più liberi di servire Dio si ritrovano a ‘servire’ i propri creditori. La cosa saggia da fare è quella di evitare proprio di indebitarsi. Cercate la guida di Geovaprima di prendere una decisione o un impegno, e non dopo. Pregate che vi dia spirito santo, sapienza e guida (2 Tim. 1:7). Chiedete consiglio agli anziani e seguite le indicazioni che vi daranno basandosi sulle Scritture: dimostrerete così che avete fede nella promessa di Geova di aiutarvi (2 Cor. 1:24). w14 15/4 4:10, 17
  9. Chi prende a prestito è servitore dell’uomo che fa il prestito (Prov. 22:7) Geova sa che abbiamo bisogno di una certa quantità di denaro. D’altra parte, i soldi non ci aiutano né ci proteggono come invece fa la sapienza divina (Eccl. 7:12; Luca 12:15). Spesso si sottovaluta il prezzo da pagare quando si va a lavorare all’estero, senza contare che non c’è nessuna garanzia di riuscire a fare soldi in questo modo. I pericoli invece sono reali. Molti emigranti tornano a casa ancora più indebitati, e anziché essere più liberi di servire Dio si ritrovano a ‘servire’ i propri creditori. La cosa saggia da fare è quella di evitare proprio di indebitarsi. Cercate la guida di Geovaprima di prendere una decisione o un impegno, e non dopo. Pregate che vi dia spirito santo, sapienza e guida (2 Tim. 1:7). Chiedete consiglio agli anziani e seguite le indicazioni che vi daranno basandosi sulle Scritture: dimostrerete così che avete fede nella promessa di Geova di aiutarvi (2 Cor. 1:24). w14 15/4 4:10, 17
  10. Vedi, fratello, quante migliaia di credenti ci sono fra i giudei; e tutti sono zelanti nella Legge (Atti 21:20) Se vogliamo avere l’approvazione e la benedizione di Geova, dobbiamo sostenere la sua organizzazione e accettare i raffinamenti dottrinali. Riflettiamo: dopo la morte di Gesù migliaia di cristiani ebrei “zelanti nella Legge” trovavano difficile smettere di seguirla (Atti 21:17-20). Comunque, grazie alla lettera di Paolo agli Ebrei, accettarono il fatto che non erano stati santificati per mezzo dei sacrifici “offerti secondo la Legge”, bensì “per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre” (Ebr. 10:5-10). Senza dubbio la maggioranza di quei cristiani di origine ebraica modificò il proprio modo di pensare e avanzò in senso spirituale. Anche noi dobbiamo studiare diligentemente ed essere di mente aperta quando ci sono dei raffinamenti che riguardano la nostra comprensione della Parola di Dio o l’opera di predicazione. w14 15/5 4:15 http://wol.jw.org/it/wol/dt/r6/lp-i/2016/8/30
  11. Questa buona notizia del regno sarà predicata (Matt. 24:14) Nel 1919, l’anno dopo la fine della guerra, si presentò l’opportunità di far conoscere a livello mondiale il mezzo provveduto da Dio per la salvezza nonché la buona notizia del suo Regno già stabilito. Allora, i cristiani unti si dimostrarono pronti a dare testimonianza, col risultato che migliaia di altri cristiani unti furono radunati per divenire coeredi di Cristo. Dalla metà degli anni ’30 in poi, fu chiaro che Gesù aveva cominciato a radunare milioni di sue “altre pecore”, che avrebbero formato “una grande folla” internazionale. Sotto la guida dei cristiani unti, coloro che la compongono seguono anch’essi il suo coraggioso esempio e dichiarano pubblicamente che devono la propria salvezza a Dio e a Cristo. Perseverando nell’opera di testimonianza e continuando a esercitare fede nel riscatto, avranno il privilegio di sopravvivere alla “grande tribolazione” che porrà fine al mondo di Satana (Giov. 10:16; Riv. 7:9, 10, 14). w1415/7 4:10-12
  12. Gli occhi di Geova sono sopra i giusti, e i suoi orecchi sono volti alla loro supplicazione (1 Piet. 3:12) Dei giusti fa parte “una grande folla” di esseri umani “che vengono dalla grande tribolazione” (Riv. 7:9, 14). Non si tratta semplicemente di una folla, sono “una grande folla”, un numero enorme di persone. Ci vediamo tra questi superstiti della “grande tribolazione”? I componenti della grande folla vengono radunati grazie a un’opera che Gesù predisse come parte del segno della sua presenza. “Questa buona notizia del regno”, disse, “sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine” (Matt. 24:14). Si tratta dell’attività principale in cui è impegnata l’organizzazione di Dio in questi ultimi giorni. Grazie all’opera di predicazione e insegnamento svolta dai Testimoni di Geova, in tutto il mondo sono stati milioni a imparare ad adorare Dio “con spirito e verità” (Giov. 4:23, 24). w14 15/5 4:6, 7
  13. Se qualcuno non provvede ai suoi, e specialmente a quelli della sua casa, ha rinnegato la fede ed è peggiore di uno senza fede (1 Tim. 5:8) L’apostolo Paolo scrisse che, quando un cristiano in età avanzata non è più in grado di mantenersi, figli e nipoti devono “rendere dovuto compenso ai loro genitori e nonni”. Poi però esortò tutti i cristiani ad accontentarsi delle cose necessarie: cibo, vestiario e alloggio. Non dovremmo essere alla costante ricerca di un tenore di vita più elevato o della sicurezza economica (1 Tim. 5:4; 6:6-10). Il cristiano che “provvede ai suoi” non ha bisogno di rincorrere le ricchezze di un mondo che presto sparirà (1 Giov. 2:15-17). Non lasciamo quindi che “il potere ingannatore delle ricchezze” o le “ansietà della vita” impediscano alla nostra famiglia di “[afferrare] fermamente la vera vita” nel giusto nuovo mondo di Dio! (Mar. 4:19; Luca 21:34-36; 1 Tim. 6:19). w14 15/4 4:9
  14. Se non ha mezzi sufficienti per una pecora, allora deve prendere due tortore o due giovani piccioni (Lev. 12:8) La Legge mosaica prescriveva che gli israeliti offrissero determinati sacrifici (Lev. 9:1-4, 15-21). Questi dovevano essere esenti da difetti, dato che prefiguravano il sacrificio perfetto di Gesù. Oltre a ciò, ogni tipo di offerta prevedeva una procedura specifica. Prendiamo ad esempio ciò che doveva fare una donna dopo aver partorito. Levitico 12:6 dice: “Quando poi si compiranno i giorni della sua purificazione per un figlio o per una figlia porterà un giovane montone dell’annata come olocausto e un giovane piccione o una tortora come offerta per il peccato all’ingresso della tenda di adunanza al sacerdote”. Le norme stabilite da Dio erano precise, ma come mostra la scrittura di oggi, la sua amorevole ragionevolezza traspare nell’intera Legge. Anche se era povera, Geova amava e apprezzava questa sua adoratrice quanto chi gli portava un’offerta più costosa. w14 15/11 3:11
  15. Geova tuo Dio è con te dovunque tu vada (Gios. 1:9) Geova Dio fu davvero con Giosuè ‘dovunque andasse’. Vediamo, ad esempio, cosa accadde mentre gli israeliti erano accampati nei pressi della città cananea di Gerico. Era il 1473 a.E.V.; Giosuè inviò nella città due spie, le quali incontrarono la prostituta Raab. Per evitare che gli uomini mandati dal re di Gerico catturassero le spie, lei le nascose sul tetto della sua casa. “In effetti so”, disse Raab ai due israeliti, “che Geova vi darà certamente il paese [...]. Poiché abbiamo udito come Geova prosciugò le acque del Mar Rosso d’innanzi a voi [...], e ciò che faceste ai due re degli amorrei”. Poi aggiunse: “Geova vostro Dio è Dio nei cieli di sopra e sulla terra di sotto” (Gios. 2:9-11). Dato che Raab si schierò con l’organizzazione che Geova aveva a quel tempo, egli fece in modo che lei e quelli della sua casa avessero salva la vita quando gli israeliti conquistarono Gerico (Gios. 6:25). Raab esercitò fede, mostrò devozione a Dio, ed ebbe rispetto per il suo popolo. w14 15/5 3:8, 9
  16. Persiste en estas cosas (1 Tim. 4:16). Aunque empleemos las preguntas mejor pensadas, los razonamientos más convincentes y las ilustraciones más eficaces, no todo el mundo aceptará el mensaje del Reino (Mat. 10:11-14). Al fin y al cabo, relativamente pocos aceptaron las enseñanzas de Jesús, ¡y eso que él fue el mejor maestro que ha pisado la Tierra! (Juan 6:66; 7:45-48.) Podemos ser eficaces en el ministerio aun si no nos consideramos maestros excepcionales (Hech. 4:13). La Biblia nos da buenas razones para creer que “todos los que [están] correctamente dispuestos para vida eterna” aceptarán las buenas nuevas (Hech. 13:48). Por lo tanto, tengamos un punto de vista equilibrado tanto de aquellos a quienes llevamos las buenas nuevas como de nosotros mismos. Aprovechemos bien la educación que Jehová nos proporciona. Así seremos mejores maestros, y eso nos beneficiará a nosotros y a quienes nos escuchan. Jehová nos enseña cómo “dar una respuesta a cada uno” (Col. 4:6). w14 15/5 1:15, 16
  17. Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri (Ebr. 13:4) Alcuni fedeli servitori di Dio hanno indebolito le loro difese morali stando in compagnia di colleghi non Testimoni dopo il lavoro. Le tentazioni, però, possono presentarsi anche durante il lavoro. Fu sul luogo di lavoro che un bel ragazzo di nome Giuseppe si accorse che la moglie del suo principale era molto attratta da lui e cercava di sedurlo. Alla fine lei “lo afferrò per la veste, dicendo: ‘Giaci con me!’” Giuseppe però riuscì a scappare. Cosa lo aiutò a mantenere intatte le sue difese spirituali? Fu la sua ferma volontà di non rovinare la sua amicizia con Dio a salvaguardare la sua castità e integrità. Come risultato perse il lavoro e fu ingiustamente imprigionato, ma Geova lo benedisse (Gen. 39:1-12; 41:38-43). Sia sul lavoro che in altri contesti, i cristiani devono evitare di esporsi alle tentazioni con chiunque non sia il proprio coniuge. w1515/1 4:8, 9
  18. Presero con sé Giovanni, quello soprannominato Marco (Atti 12:25) Durante il primo viaggio missionario di Paolo, intrapreso insieme a Barnaba, Marco ebbe la mansione di “servitore”, occupandosi forse delle loro necessità pratiche. Ma quando arrivarono in Panfilia, all’improvviso se ne andò lasciando i suoi compagni in difficoltà, visto che dovettero viaggiare da soli verso nord in un’area nota per essere infestata dai banditi (Atti 13:5, 13). A quanto pare però Barnaba guardò oltre quel comportamento inopportuno e in seguito colse l’occasione di perfezionare il suo addestramento (Atti 15:37-39). Questo permise al giovane Marco di diventare un maturo servitore di Geova. È degno di nota che successivamente lo ritroviamo a Roma con Paolo, che era prigioniero; leggiamo infatti che si unì a lui nel mandare i saluti ai cristiani della congregazione di Colosse. L’apostolo inoltre parlò bene di lui (Col. 4:10). Riusciamo a immaginare la soddisfazione di Barnaba quando Paolo addirittura richiese l’aiuto di Marco? (2 Tim. 4:11). w14 15/6 4:13
  19. Mi impegno nella santa opera della buona notizia di Dio (Rom. 15:16) La predicazione della buona notizia contribuisce alla santificazione del nome di Geova. E il fatto che ci sia stata affidata “la gloriosa buona notizia del felice Dio” è senz’altro un privilegio inestimabile! (1 Tim. 1:11). Dio vuole che ci manteniamo sani in senso spirituale stringendoci a lui e sostenendo le molteplici attività svolte dalla sua organizzazione. Mosè disse agli israeliti: “Prendo oggi a testimoni contro di voi i cieli e la terra, che ti ho messo davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; e devi scegliere la vita per continuare a vivere, tu e la tua progenie, amando Geova tuo Dio, ascoltando la sua voce e tenendoti stretto a lui; poiché egli è la tua vita e la lunghezza dei tuoi giorni, affinché tu dimori sul suolo che Geova giurò ai tuoi antenati Abraamo, Isacco e Giacobbe di dar loro” (Deut. 30:19, 20). La nostra vita dipende dal compiere la volontà di Geova, dall’amarlo, dall’ascoltare ubbidientemente la sua voce e dal tenersi stretti a lui. w14 15/5 4:12, 13
  20. La buona notizia che avete udito è stata predicata in tutta la creazione che è sotto il cielo (Col. 1:23) Il greco comune, o koinè, contribuì a favorire il dialogo e l’unità tra le congregazioni dei primi cristiani. Il greco era parlato e capito da molti. Grazie a ciò, i servitori di Dio potevano comunicare con persone di ogni sorta, e questo contribuiva alla diffusione della buona notizia. Inoltre in Egitto degli ebrei avevano prodotto la Settanta, una traduzione in greco delle Scritture Ebraiche. La gente aveva familiarità con questa versione e i primi seguaci di Cristo la citavano spesso. Cosa impiegavano i cristiani per insegnare le Scritture nel ministero? All’inizio usarono rotoli di pergamena, ma erano ingombranti perché si dovevano arrotolare e srotolare e di solito erano scritti solo da un lato. Il Vangelo di Matteo da solo riempiva un intero rotolo. Poi però arrivò il codice, l’antenato del libro moderno, che era formato da pagine unite insieme. Un lettore poteva aprirlo e trovare facilmente un passo scritturale. w15 15/2 3:4, 11, 12
  21. Vi daranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni (Matt. 24:9) In quanto seguaci di Cristo e Testimoni di Geova siamo perseguitati in varie parti del mondo. La cosa non ci sorprende. Nonostante tale odio, perseveriamo nell’opera di predicare il Regno e continuiamo a dimostrarci santi agli occhi di Geova. Ma perché siamo oggetto di tanto odio pur essendo cittadini onesti, irreprensibili e rispettosi della legge? (Rom. 13:1-7). Perché abbiamo riconosciuto Geova come nostro Sovrano Signore. Rendiamo sacro servizio “a lui solo”, e non scenderemo mai a compromessi sulle sue giuste leggi e princìpi (Matt. 4:10). Inoltre, “non [facciamo] parte del mondo”, e quindi siamo neutrali rispetto alle guerre e alla politica (Giov. 15:18-21; Isa. 2:4). Se la nostra attenzione è rivolta alla sovranità di Dio e confidiamo in lui, nessuno potrà indurci a fare compromessi e non ci lasceremo sopraffare da vili timori (Prov. 29:25).w14 15/11 3:8-10
  22. È meglio la fine di poi di una faccenda che il suo principio (Eccl. 7:8) Negli ultimi anni diverse filiali sono state accorpate ad altre. Anche se tali decisioni richiedono che i fratelli e le sorelle che servono in queste filiali facciano dei cambiamenti, i vantaggi che ne conseguono diventano in breve evidenti a tutti coloro che vi sono implicati. Che gioia è per questi fratelli volenterosi avere una parte nella storia moderna del popolo di Geova! Quando le filiali sono state accorpate, alcuni beteliti hanno ricevuto l’incarico di servire come pionieri. Fra questi c’erano Florian e Anja, che hanno detto: “Consideriamo il nostro nuovo incarico una sfida emozionante. Per noi è meraviglioso essere impiegati da Geova ovunque ci sia bisogno”. Anche se la maggioranza di noi non dovrà mai fare tali cambiamenti, non dovremmo imitare la prontezza di questi fratelli e di queste sorelle nel mettere gli interessi del Regno al primo posto? (Isa. 6:8). Geova benedice sempre coloro che apprezzano il privilegio di collaborare con lui, ovunque questo possa portarli. w14 15/10 3:10, 15
  23. Figlio mio, non dimenticare la mia legge, e il tuo cuore osservi i miei comandamenti (Prov. 3:1) A un certo punto i figli dovranno decidere chi servire. Non pensate che assorbiranno in qualche modo la vostra fede come per osmosi. Devono fare propria la verità. Se sembra che un figlio abbia dei problemi al riguardo, forse è il caso di ripartire dagli insegnamenti basilari. Fatelo ragionare su domande tipo: “Perché io credo nell’esistenza di Geova? Cosa convince me del fatto che sono davvero importante per lui? Perché credo che le sue norme siano realmente per il mio bene?” Date prova di essere bravi pastori guidando con pazienza i vostri figli. Aiutateli a provare a sé stessi che servire Geova è il miglior modo di vivere (Rom. 12:2). Tutti i veri cristiani desiderano imitare il Pastore supremo (Efes. 5:1; 1 Piet. 2:25). Ma i genitori in particolare devono conoscere l’aspetto del proprio gregge, cioè i loro preziosi figli, e fare tutto il possibile per guidarli verso le benedizioni che Geova ha in serbo per loro.w14 15/9 3:17, 18
  24. Per amore vostro manderò certamente a Babilonia e farò venir giù le sbarre delle prigioni (Isa. 43:14) In armonia con questa profezia, una notte, verso l’inizio di ottobre del 539 a.E.V., si verificò un avvenimento che scosse il mondo di allora. Mentre il re e i suoi nobili bevevano vino nei sacri vasi razziati dal tempio di Gerusalemme e rendevano lode ai loro dèi di fattura umana, Babilonia fu presa dagli eserciti medo-persiani. Nel 538 o 537, Ciro, il conquistatore di Babilonia, comandò agli ebrei di far ritorno in patria e di riedificare il tempio di Dio a Gerusalemme. Tutto questo era stato predetto da Isaia, il quale aveva messo per iscritto anche la promessa di Geova di proteggere il suo popolo pentito e di provvedergli il necessario durante il viaggio alla volta di Gerusalemme. Dio lo aveva chiamato il “popolo che mi sono formato, perché narri la mia lode” (Isa. 43:21; 44:26-28). Una volta che furono tornati ed ebbero riedificato il tempio di Gerusalemme, questi ex esiliati divennero testimoni del fatto che Geova, l’unico vero Dio, mantiene sempre la sua parola. w14 15/7 3:10, 11
  25. Nessuno può essere schiavo di due signori; poiché o odierà l’uno e amerà l’altro, o si atterrà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete essere schiavi di Dio e della Ricchezza (Matt. 6:24) Il nostro Padre, Geova, si è assunto l’impegno di aiutarci ad avere ciò di cui abbiamo veramente bisogno a condizione che mettiamo il Regno e la sua giustizia al primo posto nella nostra vita (Matt. 6:33). I veri cristiani, quindi, hanno sempre un’altra scelta. A prescindere da quanto sia difficile la situazione che ci troviamo ad affrontare, Geova ci ha promesso una “via d’uscita” che non contrasta con i princìpi biblici (1 Cor. 10:13). Quando lo aspettiamo “con ardente desiderio” e confidiamo in lui chiedendo in preghiera la sua sapienza e la sua guida e seguendo i suoi comandi e i suoi princìpi, allora “egli stesso agirà” (Sal. 37:5, 7). Benedirà concretamente i sinceri sforzi che facciamo per servire solo lui, l’unico vero Signore. Se lo mettiamo al primo posto, ci ‘concederà successo’ (Gen. 39:3). w14 15/4 3:17
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