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Il Bibliotecario

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  1. Il presidente Putin premia dei genitori cristiani t.d.Geova Il 31 maggio 2017 durante una cerimonia al Cremlino, a Mosca, il presidente russo Vladimir Putin ha conferito il riconoscimento “Gloria dei genitori” a Valerij e Tat’jana Novik, una coppia di cristiani testimoni di Geova della Carelia che ha cresciuto otto figli. *Le famiglie che ricevono questo premio sono considerate dei modelli che rafforzano l’istituzione della famiglia*. La Russia conferisce questa onorificenza ai genitori che hanno cresciuto almeno sette figli e che hanno mostrato un’attenzione straordinaria alla loro salute, alla loro educazione e al loro sviluppo fisico, mentale e morale. Questo premio dimostra che quello che insegnano gratuitamente i cristiani testimoni di Geova attraverso la Bibbia aiuta i genitori e i loro figli a essere cittadini produttivi non solo in Russia ma in tutto il mondo. Via
  2. Cristiani T.d. Geova: benefici dell'opera con espositori mobili. Via
  3. TV Svizzera sul bando dei testimoni di Geova in Russia Via
  4. La Camera dei deputati a Montecitorio condanna la discriminazione in Russia verso i cristiani T.d.GEOVA. Via
  5. Forse concordate con quanto insegna la Bibbia in merito al serpente che parlò a Eva, ovvero che la forza che vi si celava dietro era Satana. Comunque potreste chiedervi: ‘Perché un potente essere spirituale si sarebbe servito di un serpente?’ La Bibbia definisce le tattiche di Satana “macchinazioni”, o “astuzie”, e questo particolare aiuta a capire il punto (Efesini 6:11; nota in calce). Quello che accadde nell’Eden non è una favola che ha tra i protagonisti un animale parlante; è un agghiacciante esempio di astuta strategia architettata per adescare qualcuno e allontanarlo da Dio. In che senso? Satana scelse attentamente il suo bersaglio. Eva era la più giovane tra le creature intelligenti dell’universo. Sfruttando la sua inesperienza, Satana tramò un piano per ingannarla. Si celò dietro un serpente, animale molto cauto, per mascherare con astuzia i suoi obiettivi sfrontati e ambiziosi (Genesi 3:1). Notiamo ora quali risultati raggiunse facendo sembrare che il serpente parlasse, come un ventriloquo farebbe con un pupazzo. Primo, Satana catturò e mantenne viva l’attenzione di Eva. Lei sapeva che i serpenti non parlano. Suo marito aveva dato un nome a tutti gli animali, incluso questo, e probabilmente non senza averli studiati (Genesi 2:19). Lei stessa avrà osservato questo animale così cauto. Lo stratagemma di Satana suscitò quindi la sua curiosità: le fece rivolgere l’attenzione all’unica cosa che nel giardino di Eden le era proibita. Secondo, se il serpente si era appostato sui rami dell’albero proibito, a quale conclusione potrebbe essere giunta Eva? Potrebbe aver pensato che quella semplice creatura priva del dono della parola avesse mangiato di quel frutto e, come conseguenza, acquistato la facoltà di parlare. Se il frutto aveva tali effetti su un serpente, che effetti avrebbe potuto avere su di lei? Non possiamo sapere con certezza quello che Eva pensò, e non sappiamo neanche se il serpente abbia assaggiato il frutto; quello che sappiamo è che quando il serpente disse a Eva che il frutto l’avrebbe resa ‘simile a Dio’, non le fu difficile credere a quella menzogna. Anche le parole che Satana scelse ci dicono molto. Egli seminò dei dubbi nella mente di Eva sottintendendo che Dio la privasse di qualcosa di buono e limitasse inutilmente la sua libertà. La strategia di Satana puntava sull’eventualità che l’egoismo di Eva avesse la meglio sul suo amore per Dio, Colui che le aveva dato tutto (Genesi 3:4, 5). Purtroppo questa strategia funzionò. Né Eva né Adamo avevano sviluppato nel loro cuore il giusto tipo di amore e apprezzamento per Geova. Oggi Satana promuove un simile modo di pensare incentrato sull’egoismo. Ma quali erano i motivi di Satana? Quali i suoi obiettivi? Nell’Eden cercò di nascondere sia la sua identità che i suoi motivi, ma col tempo rivelò chi era. Quando tentò Gesù, sapeva di certo che camuffarsi sarebbe stato inutile. Così gli disse senza mezzi termini: “Ti darò tutte queste cose se ti prostri e mi fai un atto di adorazione” (Matteo 4:9). Evidentemente è da lungo tempo che Satana, divorato dalla gelosia, brama l’adorazione che spetta a Geova Dio. È pronto a fare di tutto per impedire agli esseri umani di adorare Dio o di farlo in modo a lui gradito. Satana gode a infrangere l’integrità dei servitori di Dio. La Bibbia rivela quindi che Satana è uno stratega disposto a uccidere pur di raggiungere i suoi obiettivi. Ma noi, al contrario di Eva, possiamo resistere agli inganni di Satana “poiché non ignoriamo i suoi disegni”. — 2 Corinti 2:11. Via
  6. T.d.Geova e la proscrizione in Russia: in attesa che la Corte suprema si pronunci… Il 15 marzo 2017 il Ministero della Giustizia ha presentato un’istanza alla Corte suprema della Federazione Russa con l’accusa di estremismo nei confronti del Centro Amministrativo dei Testimoni di Geova in Russia nell’intento di farlo chiudere. L’istanza ha anche l’obiettivo di proscrivere le attività del Centro Amministrativo. Se la Corte suprema accogliesse questa istanza, la sede nazionale dei Testimoni, vicino a San Pietroburgo, verrebbe chiusa. Di conseguenza, le circa 400 associazioni religiose locali registrate verrebbero sciolte e le attività delle oltre 2.300 congregazioni dei Testimoni di Geova della Russia verrebbero considerate illegali. Le proprietà della filiale, come pure i luoghi di culto in cui si radunano i Testimoni di tutto il paese, potrebbero essere confiscate dallo Stato. Inoltre i singoli testimoni di Geova potrebbero essere perseguiti penalmente per il loro impegno nelle loro normali attività religiose. La Corte suprema si doveva pronunciare il 5 aprile, ma dalla Russia ora c'è il più grande “silenzio stampa” della storia che sa dello straordinario! “Il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova desidera richiamare l’attenzione su questa situazione critica”, afferma David Semonian, un portavoce dei Testimoni presso la loro sede mondiale. E aggiunge: “Perseguire cittadini pacifici e rispettosi della legge come se fossero terroristi è chiaramente un’applicazione impropria della legge contro l’estremismo. Queste accuse sono del tutto prive di fondamento”. “È evidente che leggere la Bibbia, cantare e pregare con i propri compagni di fede non sono atti criminali”, prosegue David Semonian. “Speriamo che i funzionari della Russia pongano fine a questo trattamento ingiustificato nei confronti dei nostri compagni di fede”. Via
  7. Un AVVOCATO cattolico frequenta i cristiani Testimoni di Geova per confutare le loro dottrine… ci riuscirà? Via
  8. T.d.GEOVA gioia dopo il battesimo congresso all'Olimpico ROMA Via
  9. Testimoni di Geova predicano pubblicamente a Lima, Perù http://ift.tt/2jI785p Via
  10. Testimoni di Geova predicano in Thailandia http://ift.tt/2kE1rUv Via
  11. Aperta una “Sala del Regno” o luogo di culto nel carcere di Bollate per impartire istruzione biblica da parte dei cristiani testimoni di Geova. Il direttore: “È un bene per i detenuti, i t.d.Geova collaborano da anni con l’istituto, e con la loro opera di istruzione biblica hanno prodotto in alcuni detenuti cambiamenti positivi” Gesù Cristo non si sbagliava quando disse: “L’albero buono non può dare frutti spregevoli, né l’albero marcio può produrre frutti eccellenti. Realmente, quindi, riconoscerete quegli uomini dai loro frutti”. (Matt. 7:18, 20) Lo stesso avviene oggi. Il vero cristianesimo produce ancora buoni frutti. L’albero, l’organizzazione cristiana, che Gesù piantò era buono ed è ancora buono. Perciò è incapace di produrre i frutti cattivi. Infatti, riconoscendo che i Testimoni di Geova rendono un importante servizio a favore della collettività, le autorità dell’istituto penitenziario di Bollate, comune situato 15 chilometri a nord di Milano, hanno assegnato ai Testimon… Via
  12. “El General” re del reggaetón diventa t d.Geova- E.Franco si racconta Edgardo Franco - El General: da re del reggaetón a Testimone di Geova, reportage del suo racconto personale. Il generale, El General, Edgardo Franco, questo il suo vero nome, è nato a Panama. Alto, dinoccolato, con nonni giamaicani e trinitari, l’accento marcato, passa a Panama tutta la sua gioventù. Cresce nel quartiere di Río Abajo, un nome che è tutto un programma, dove la povertà è di casa e dove le vie hanno i nomi latinizzati della noiosa topografia gringa: Calle 93 Oeste, Calle 91 Oeste e così via. Sono nomi che al momento non dicono niente, ma che diventeranno un marchio di fabbrica per i gruppi di hip hop e di reguetón, sinonimo di provenienza e di appartenenza, dall’ovest di Los Angeles a Santo Domingo, da Porto Rico a Panama. Edgardo Franco canta, compone canzoni già da piccolo ma il primo contatto con la musica ce l’ha quando comincia a vendere bibite ai concerti. È il massimo a cui può ambire standosene a Panama, un posto dove dove saranno anche nati Rubén Blades e Billy Cobham, ma che rimane sempre un angolo di periferia. Se ne va però a diciannove anni, grazie ad una borsa di studio in amministrazione aziendale e se ne va a New Yok, dove da qualche anno si è trasferita la madre. Un bel salto, per uno che è nato in un barrio povero ed un salto che gli indica una strada noiosa ma sicura, quella dell’aiutante in uno studio di commercialista. Franco, però non pensa alla carriera in giacca e cravatta. Incontra Michael Ellis, panamense come lui, di cinque anni più vecchio e con cui instaura un’amicizia ed un rapporto musicale e commerciale che servirà ad entrambi a diventare ricchi e famosi . Cominciano le prime registrazioni (¨Tu Pum Pum¨, nel 1989) ed Edgardo si presenta in TV e nei video vestito in giubba militare, con mostrine e medaglie. Con quel nome commercialmente improbabile, per tutti diventa il generale, El General ed inizia a sfornare successi uno dopo l’altro. Lui ed Ellis, con Tony Rodriguéz, mischiano il reggae all’hip hop e forse non lo sanno, ma hanno appena creato un mostro. La musica ispira voglia di ballare, i testi parlano di feste, ragazze formose, machos arrapati, misoginia che cola ad ogni nota, il tutto rafforzato da facili e sfruttati doppi sensi. Uno su tutti, quello del ¨Caramelo¨: ¨a todas las mujeres le gusta el caramelo, lo chupan y lo chupan porque las entretiene¨ gli vale un successo da milioni di copie ed un tormentone che percorre in lungo e in largo il continente americano nella stagione 1992. Intanto, il video di ¨Muévelo muévelo¨ vince il premio come miglior video latino di MTV. Non è solo l’inizio di una carriera, ma di un’epoca. Nasce così il reggaetón che si spande a macchia d’olio per tutti i Caraibi, il Centroamerica e le periferie latine delle città degli Stati Uniti. Uno dei suoi più grandi successi è “Rob’s Boricua Anthem”, dei C+C Music Factory. Questa canzone aprì a Edgardo le porte del mercato statunitense, al punto che la radio di Los Angeles Power 106FM stabilì un record personale suonando il brano per ben 10 volte nello stesso giorno: il record precedente spettava a Michael Jackson, che aveva visto la sua “Thriller” suonata ben sette volte! Trentadue dischi d’oro, diciassette di platino, una valanga. Anche Celia Cruz lo chiama a cantare con lei. Infine, come spiega nel presente reportage, il generale medita, prega e appende definitivamente la divisa nell’armadio dei ricordi per diventare cristiano veramente praticante (si era battezzato come Testimone di Geova anni prima, ma la musica e il successo lo tenevano in continua schiavitù). Ritorna civile e come civile ritorna nel vero cristianesimo fra i testimoni di Geova che, naturalmente, lo abbracciano e lo accolgono come non fosse mai stato nel mondo del peccato! Per un po’ il mondo della musica perde le sue tracce poi, dopo anni, una troupe televisiva lo riprende mentre con altri Testimoni, borsello a tracolla e panama calato in testa, il jipijapa a ripararsi dal forte sole, porta di casa in casa la Buona Notizia del Vangelo, dove si legge del prossimo governo del Regno di Dio sulla terra.. Ora è uno dei milioni di cristiani testimoni di Geova che bussano alle porte. Via
  13. TERREMOTO, T.d.Geova: perchè i presenti alle adunanze si sono salvati? Via
  14. jw_pensieri È vero, l’aiuto di Dio non eliminerà il dolore, ma può renderlo più facile da sopportare. Questo non significa che non piangerete più o che dimenticherete il vostro caro [che è venuto a mancare]. Ma potrete riprendervi. E man mano che lo farete, quello che avrete passato vi renderà più comprensivi e sensibili nell’aiutare altri a sopportare un dolore simile. (2 Corinti 1:4) - we p. 19 - Via
  15. Focus: Incisione antica col Nome di Yehowah in greco Focus mostra un lavoro di decifrazione di un’ incisione antica col Nome di Yehowah in greco. “Geova” è la forma italiana di YHWH il NOME PROPRIO di Dio, che è la vocalizzazione specifica del tetragramma biblico come è presente nel testo masoretico cioè la versione più recente della Bibbia in uso presso gli ebrei. In molte opere dell'uomo viene menzionato il Nome di Dio, nella vocalizzazione Jahvé o Geova (nelle varie forme) e come Tetragramma. Nell'arte, nella letteratura, nella musica e nel cinema, è usato da tanto tempo. Geova Dio fa scrivere il SUO NOME più di 7000 volte nella Sua Parola, la Bibbia, dice varie volte che: “Questo è il mio nome in eterno, questo è il mio ricordo per sempre”. — Esodo 3:15, (Versione di Garofalo) E’ stato l’insegnamento rabbinico che adottò l’idea ERRATA che Levitico 24:10-23 proibisse come atto blasfemo il semplice pronunciare il nome di Geova. Forme del nome divino in varie lingue, a conferma della diffusione internazionale della forma Geova Awabakal - Yehóa Bugotu - Jihova Cantonese - Yehwowah Danese - Jehova Efik - Jehovah Figiano - Jiova Finlandese - Jehova Francese - Jéhovah Futuna - Ihova Giapponese - Ehoba Ibo - Jehova Inglese - Jehovah Italiano - Geova Maori - Ihowa Motu - Iehova Mwala-malu - Jihova Narrinyeri - Jehovah Nembe - Jihova Olandese - Jehovah Petats - Jihouva Polacco - Jehowa Portoghese - Jeová Romeno - Iehova Samoano - Ieova Sotho - Jehova Spagnolo - Jehová Svedese - Jehova Swahili - Yehova Tagalog - Jehova Tahitiano - Iehova Tedesco - Jehova Tongano - Jihova Ungherese - Jehova Venda - Yehova Xhosa - uYehova Yoruba - Jehofah Zulù - uJehova Via
  16. Il Natale non è cristiano La risposta della Bibbia La Bibbia non menziona la data della nascita di Gesù, né comanda di celebrarne il compleanno. La Cyclopedia di McClintock e Strong afferma: “"L’osservanza del Natale non è d’istituzione divina, né ha origine dal N.T. [Nuovo Testamento]“”. Ma c’è di più: un’analisi della storia del Natale rivela che questo affonda le sue radici in riti religiosi pagani. La Bibbia indica che se cerchiamo di adorare Dio in un modo che egli non approva in effetti lo offendiamo (Esodo 32:5-7). Storia delle usanze natalizie Il compleanno di Gesù: “"I primi cristiani non festeggiavano la […] nascita [di Gesù] perché consideravano il festeggiare la nascita di qualcuno un’usanza pagana"” (The World Book Encyclopedia). Il 25 dicembre: Non c’è nessuna prova che Gesù sia nato in questa data. Probabilmente le autorità ecclesiastiche la scelsero per farla coincidere con le feste pagane che avevano luogo nel periodo del solstizio d’inverno. Scambio di doni e festeggiamenti: La Grande Enciclopedia GE 20 dice: “"Collegati con la festa del [Natale] sono degli usi che non sempre sono di origine cristiana, anzi per la maggior parte hanno le loro origini nelle religioni e civiltà pre-cristiane”. Alcuni sono “usi che chiaramente derivano dai Saturnali romani, che appunto si celebravano nella seconda metà di dicembre: in particolare l’uso di luminarie, lo scambio di doni, i regali ai bambini"”. L’Encyclopædia Britannica dice che durante i Saturnali “"venivano interrotti tutti i lavori e le attività commerciali"”. Luci natalizie: Secondo l’Encyclopedia of Religion, gli europei decoravano le loro case “"con luci e piante sempreverdi di ogni tipo"” per celebrare il solstizio d’inverno e per combattere gli spiriti malvagi. Vischio e agrifoglio: “"I druidi ascrivevano in particolare al vischio proprietà magiche. L’agrifoglio sempreverde veniva venerato in quanto considerato segno del ritorno del sole"” (The Encyclopedia Americana). L’albero di Natale: “"Il culto degli alberi era comune presso i popoli pagani dell’Europa e continuò a esistere anche dopo la loro conversione al cristianesimo"”. Rimase per esempio l’usanza “"di mettere un albero di Natale all’ingresso o all’interno della casa durante le festività invernali"” (Encyclopædia Britannica). Via
  17. MAX GAZZE: “Sotto casa” e nata dopo una visita dei T.d.Geova In molti hanno chiesto a Max il significato del brano e lui cosi ha spiegato in varie interviste: “Ho lavorato molto con mio fratello e la canzone è uscita in un giorno in cui stavamo scrivendo e hanno suonato alla porta. Erano due testimoni di Geova, gli abbiamo aperto e abbiamo ascoltato quello che avevano da dirci. E abbiamo immaginato come sarebbe andata se nessuno avesse mai aperto la porta a questi ragazzi e che a un certo punto avessero cominciato a parlare davanti ad una porta chiusa. Questo rappresenta la chiusura che c’è fra il modo laico e religioso e anche fra le varie religioni. Non credere in nulla è altrettanto difficile ed impegnativo quanto credere”. E continua spiegando anche perché ha deciso di cambiare la parte del testo che diceva “Porto Dio”: “Non volevo che l’assonanza fosse confusa o male interpreta e per il palco del Festival ho preferito non rischiare. Sono stato ben attento a non offendere nessuno e a non volere offendere nessuno”. La canzone è certamente un invito al dialogo tra religioni e fedi diverse ma anche, più in generale, un invito alla convivenza nel rispetto delle diversità che animano e fanno parte del nostro mondo. girato dal regista Lorenzo Vignolo, lo stesso Max interpreta un predicatore quasi surreale che insieme al co-protagonista del video (il figlio Samuel) si aggira per le strade della periferia di Roma a bordo di una Fiat 600 Multipla. Tutto si svolge in un contesto apparentemente abbandonato, quasi decadente. Il predicatore-Max si ferma davanti ad un portone bussando e “predicando” davanti alla porta chiusa fino a che dall’interno il nonno della famiglia si alza ad aprire. L’apertura del portone è anche una sorta di simbolica apertura delle menti degli abitanti della casa che alla fine vengono talmente rallegrati e convinti del messaggio portato dal “predicatore” che scendono in strada felici a ballare. Insomma nelle parole, nella musica ricercata ma non troppo “aulica”, nelle immagini, un vero e proprio inno al dialogo senza nascondersi dentro le case, dentro quelle mura che a volte sappiamo e vogliamo costruire alte per proteggerci non si sa bene da chi e cosa. O forse dalla paura degli altri, del confronto, del sentirsi inadeguati, diversi e quindi deboli. Se l’ispirazione del brano è data dall’incontro con alcuni testimoni di Geova, in realtà il significato appare di più ampio respiro. La paura del confronto verso altre religioni, altre culture ed idee politiche, altri orientamenti sessuali. Più semplicemente altre scelte di vita. Tutto viene accompagnato da un ritmo musicale brioso, leggero ma mai scanzonato, che entra in testa e nel cuore. E li rimane. La sua canzone dipinge un approccio ed uno sguardo sul mondo apparentemente leggero, in realtà molto reale e profondo. Via
  18. Un chirurgo ortopedico parla della sua fede Punti di vista sull'origine della vita: Irène Hof Laurenceau. Irène credeva che le somiglianze tra le strutture anatomiche dei vari organismi avvalorassero la teoria dell'evoluzione. Ad ogni modo, lavorare nel campo delle protesi ortopediche l'ha spinta a farsi delle domande in merito alle sue convinzioni. Via
  19. Lode ai cristiani tdGeova dal Governo del Messico I cristiani testimoni di Geova hanno ricevuto dal Governo del Messico un riconoscimento per la loro opera di istruzione biblica nelle prigioni di Stato. CITTÀ DEL MESSICO. Funzionari del governo della Bassa California hanno conferito ai Testimoni di Geova un riconoscimento per l’opera di istruzione biblica che svolgono nelle prigioni di Stato. Il documento era firmato da Daniel De La Rosa Anaya, segretario per la pubblica sicurezza, e da Jesús Héctor Grijalva Tapia, segretario del sistema penitenziario statale. Nel documento si legge: “Il governo dello Stato, rappresentato dal segretario per la pubblica sicurezza, ringrazia i Testimoni di Geova che, con il loro sostegno, la loro dedizione, il loro lavoro e il loro impegno a favore della comunità della Bassa California, contribuiscono al miglioramento della qualità della vita dei detenuti e ne favoriscono la reintegrazione nella società”. I Testimoni di Geova visitano regolarmente diversi penitenziari della Bassa California, incluso quello di Mexicali, dove sono andati per la prima volta nel 1991 in seguito alla richiesta di un detenuto. In un’intervista rilasciata ai Testimoni, il direttore del centro di reinserimento sociale a Mexicali, Jesús Manuel López Moreno, ha affermato: “Le vostre visite e l’interesse che mostrate per i detenuti ci aiutano a dar loro la forza di dire: ‘Siamo esseri umani. Abbiamo un valore per la società perché, quando arriverà il momento, anche noi potremo reintegrarci ed essere membri produttivi della comunità’. [...] Vi sono infinitamente grato per il vostro aiuto”. Gamaliel Camarillo, portavoce dei Testimoni di Geova in Messico, ha detto: “L’obiettivo principale dei Testimoni di Geova è quello di aiutare le persone, detenuti inclusi, a capire quello che insegna la Bibbia. Una congregazione di Mexicali ha riferito che almeno otto persone si sono battezzate come Testimoni di Geova mentre stavano scontando la pena nel carcere locale. Crediamo che tutti, indipendentemente dai propri trascorsi, debbano avere l’opportunità di sperimentare i benefìci che derivano dal conoscere la Bibbia”.
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